Categorie: Politica

Pontida – Borghezio non è solo. Il dissenso è profondo. Nel 1946 lì nasceva la Federazione delle Genti Alpine, nel 1968 l’Unione Autonomista. Oggi c’è la Lega lepenista

di Roberto Gremmo – Il giornalista Lorenzo Giarelli scrive oggi sul “Fatto quotidiano” che alla festa di Pontida c’era un guastafeste e che si chiamava Mario Borghezio, visto mentre “si aggira dicendo che chiamando Le Pen e lasciando a casa Bossi, Salvini ha profanato Pontida”. 

Sarà che diventato governativo il Capitano si è scoperto democratico e lascia libertà di critica o che mette nel conto i mugugni, ma sbaglia pensando che il coraggioso leghista piemontese sia un isolato ed impotente vecchio nostalgico brontolone.

Certo, la barca va, la distrazione di massa sui barchini sembra bastare a far dimenticare che si paga la spesa quasi il doppio, il ponte degli interessi sudisti sembra sostituire il ponte dei sospiri dei veneti, Roma ladrona succhia sempre più sangue grazie ad una politica avallata anche dalla Lega. Ma non tutto a bene, sciur Salvini da lì beli braghi triculur.

Borghezio non è solo. Il Capitano forse non se ne preoccupa, ma cresce piano piano un dissenso profondo per le svolte nazionaliste e mezzogiorniste, non fra i militonti poltronari ma fra la gente del Nord che è stufa di aspettare il sol dell’avvenire dell’autonomia del povero Calderoli e per ora nel passa parola del mercato, orecchio ad orecchio, comincia a pensare che non ne può più.

Per adesso si guarda attorno, ma prima o poi cercherà nuove alternative.

E’ già stato così.

Quando i partiti del CLN cercarono di far nascere una Repubblica centralista, per tutta risposta Pontida nel 1946 vide nascere la Federazione delle Genti Alpine e qualche vantaggio lo portò almeno alle regioni dell’Adige più attive.

Sempre a Pontida nel 1968 venne fondata l’Unione Autonomisti, fu un insuccesso, ma da quella base, dieci anni dopo, prese avvio la coraggiosa mobilitazione attorno a Salvadori ed all’Union Valdotaine che portò alla Liga Veneta, a quella Lumbarda e all’Union Piemonteisa che alzarono la bandiera del Nord.

Quella sostituita dalla commistione oggi imposta coi vessilli centralisti, melonisti romanocentrici o lepenisti parigicentrici.

Forse è ora di tornare sulla vecchia strada. Via dal pratone delle pinocchiesche meraviglie; una lunga marcia ci attende. Forse…

Roberto Gremmo

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