L’ex presidente catalano Carles Puigdemont ha assicurato che l’accordo raggiunto con il Psoe sulla legge di amnistia che apre la strada all’investitura di Pedro Sanchez, rappresenta una “tappa senza precedenti” e condiziona la stabilita’ della prossima legislatura all’ andamento del processo di attuazione di quanto concordato. “La legislatura e’ condizionata al progresso e non solo al rispetto” del patto con il Psoe, ha detto Puigdemont in un’apparizione al Club della Stampa di Bruxelles. La futura legge di amnistia concordata tra Uniti per la Catalogna (JxCat) e il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) “riguardera’ chiunque abbia subito una persecuzione giudiziaria”.
Lo ha detto a Bruxelles l’ex presidente della Catalogna, che ha spiegato: “Abbiamo lavorato istantaneamente per definire in un documento il quadro in cui ci relazioneremo d’ora in poi”, ha spiegato il leader indipendentista, aggiungendo che si sta “entrando in una fase senza precedenti”. “L’accordo dice che stiamo intraprendendo un cammino incerto e pieno di difficolta’. Questo di per sé non è la soluzione a nulla. Non dobbiamo creare aspettative conoscendo il contesto”, ha proseguito Puigdemont.
“Oggi Junts e il Psoe hanno firmato un accordo in cui si accettano le condizioni per avviare un negoziato politico nei termini da noi richiesti e per risolvere il conflitto storico tra Spagna e Catalogna”. Lo sottolinea ancora il leader di Junts, Puigdemont.
“Stiamo iniziando un percorso incerto e difficile. Lo sappiamo. Oggi – aggiunge – non abbiamo altro da festeggiare se non l’avvio di un processo di negoziazione. Non è la soluzione a tutto, e c’è sfiducia. Ci separano ancora enormi distanze , ma stiamo entrando in una fase inedita, senza precedenti. Ma è un modo con cui si restituisce la politica a ciò che appartiene alla politica. Senza il rispetto e l’avanzamento dei patti non ci sarà accordo di legislatura”.
Nel testo sottoscritto si esprime la volonta’ di “aprire una nuova fase e contribuire a risolvere lo storico conflitto sul futuro politico della Catalogna, anche sulla base di posizioni divergenti”. Tra i punti dell’accordo, JxCat ha proposto la convocazione di un referendum di autodeterminazione sul “futuro politico della Catalogna”. Tuttavia, i socialisti hanno ribadito “l’ampio sviluppo dello Statuto del 2006 cosi’ come il pieno dispiegamento e il rispetto delle istituzioni di autogoverno e dell’unicita’ istituzionale, culturale e linguistica della Catalogna”. Nel testo dell’intesa, JxCat ha incluso anche la richiesta di stabilire “un’eccezione” per la Catalogna nella legge sul finanziamento delle comunità autonome, che “faciliti il trasferimento del 100 per cento di tutte le imposte pagate” al governo locale. Sulla futura legge di amnistia, uno dei punti piu’ controversi e difficili delle trattative, l’ex presidente della Catalogna ha ammonito che “riguardera’ chiunque abbia subito una persecuzione giudiziaria”. In questo senso, il testo dell’accordo indica che la futura legge includera’ “sia i responsabili sia i cittadini che, prima e dopo il referendum del 2014 e quello del 2017, sono stati oggetto di decisioni o procedimenti giudiziari legati a questi eventi” fino al 2023. Se pero’ JxCat considera “legittimo il mandato” del referendum del primo ottobre 2017, i socialisti negano “qualsiasi legalita’ e validita’ al referendum e alla dichiarazione”, mantenendo il loro “rifiuto di qualsiasi azione unilaterale”.
L’ufficializzazione dell’intesa ha reso incandescente il già teso clima politico che da mesi attraversa la politica spagnola. Il Partito popolare (Pp) e Vox annunciato hanno mobilitazioni nelle piazze e il ricorso a “tutti gli strumenti” che la giustizia mette a disposizione per rendere vana la legge d’amnistia. Per il leader popolare, Alberto Nunez Feijoo, con questo accordo la Spagna “ha perso”, mentre “i sostenitori dell’indipendenza stanno vincendo e il Partito socialista operaio spagnolo e’ scomparso, accusando Sanchez di “essere disposto a fare qualsiasi cosa per rimanere al potere”. Il presidente di Vox, Santiago Abascal, ha chiesto ancora una volta una “mobilitazione istituzionale nelle strade e la resistenza contro un governo che sta per essere investito da coloro che vogliono distruggere la nazione”. sono in fermento da giorni. In particolare, da una settimana la sede nazionale del Psoe in via Ferraz a Madrid e’ circondata da manifestanti, contenuti da un imponente dispiegamento delle forze di polizia. In alcune occasioni non sono mancati scontri con gli agenti. protesta che si prevede massiccia e’ stata annunciata per questa sera da Solidaridad, il sindacato di Vox, e ad essa si uniranno anche associazioni e semplici cittadini contrari alle “concessioni” ai partiti indipendentisti. Il rischio palpabile e’ che il patto tra il Psoe e JxCat possa sfociare in atti di violenza come quello che e’ avvenuto oggi a Madrid.
L’ex presidente del Pp in Catalogna, Alejo Vidal-Quadras, che e’ anche tra i fondatori di Vox, e’ stato raggiunto al volto da un colpo di pistola mentre camminava lungo una strada nei pressi del centro della capitale spagnola. L’autore dell’attentato è un uomo non ancora identificato. Vidal-Quadras e’ stato ricoverato in ospedale ma non e’ in pericolo di vita.
Sanchez, insomma, si appresta a sottomettersi al voto del Congresso dei deputati in un clima di scontro e polarizzazione politica e sociale che ha pochi precedenti nella storia democratica del Paese.