di Gigi Cabrino – La commissione europea ha dato il via alla rimodulazione del PNRR proposta dal governo e le modifiche comporteranno una riduzione delle strutture e delle opere previste a livello nazionale.
Dal ministero della salute non c’è altro che un forte silenzio e dalle parti dell’ assessorato piemontese alla sanità non si sa quanto il PNRR rivisto inciderà sulla regione.
Il piano rivisto – osserva Lo Spiffero di Torino – prevede che le case di comunità passino da 1450 a 1038, gli ospedali di comunità scendano da 400 a 307 e le 600 centrali operative territoriali vengano ridotte a 480. Tagli pesanti, seppur in qualche modo annunciati, che non solo ridurranno l’effetto previsto sulla medicina territoriali e, quindi, sui servizi ai cittadini, ma rischiano di produrre un pericoloso effetto domino su tutti i progetti, se non ci saranno indicazioni rapide da parte del Governo.
“Le case, così come gli ospedali di comunità – spiega l’assessore alla sanità piemontese Icardi ( Salvini Premier) ripreso dal quotidiano torinese – sono stati distribuiti sul territorio in base a precisi parametri di popolazione e altri elementi per garantire il più possibile l’omogeneità e la capillarità dei servizi. Se adesso si riduce il numero di queste strutture appare inevitabile rivedere tutto il piano, in una situazione dove in Piemonte oltre il 90% delle opere sono già avviate”.
Da Roma non ci sono indicazioni e non si sa se si riurrà il numero di case di Comunità a Torino piuttosto che a Cuneo, se si rivedranno i progetti di Alessandria , di Novara oppure in altre zone del Piemonte.