di Gigi Cabrino – Il Comitato degli alluvionati del casalese interviene sul definanziamento dei progetti PNRR relativi alla messa in sicurezza dei fiumi e alla riduzione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico. Questa la loro posizione.
E’ grande l’amarezza per i cittadini monferrini che 23 anni fa conoscevano un’alluvione senza precedenti e , anche alla luce delle alluvioni in Romagna dei mesi scorsi, pensavano che il più grande piano di finanziamenti europei potesse, con i progetti inseriti, garantire una volta per tutte una seria messa in sicurezza del Po.
“E’ arrivato l’autunno e arriva la pioggia. In questi giorni 23 anni fa eravamo da poco rientrati alle nostre abitazioni dopo la grande alluvione che aveva colpito anche il territorio casalese, si pulivano le case, i cortili, le cantine, si spostavano le auto che sarebbero poi state rottamate, si contavano i primi danni” ricordano gli alluvionati.
“E’ proprio vero – continuano – che non si è imparato nulla in questi 23 anni, cambiano i governi, cambiano i politici, cambiano i tecnici ma di fatto nessuno vuole provare a vincere la “guerra” per la messa in sicurezza idrogeologica!”.
“Ci sia consentito di usare anche in questo periodo storico il termine “guerra” perchè anche per la mancata messa in sicurezza purtroppo si contano le vittime (una quindicina solo nell’ultima alluvione di maggio in Romagna),come in guerra si contano i danni (circa 9 miliardi di euro solo quelli conteggiati per l’Emilia Romagna)”.
Il C.Al.Ca. entra poi nel merito delle decisioni del governo di definanziare i progetti su cui tanto si sperava.
“Ci siamo forse illusi che con il PNRR si destinasse una parte consistente delle risorse per cominciare seriamente a sistemare i fiumi e i territori a rischio. Abbiamo sollecitato più volte la Premier Meloni, i Vicepresidenti Salvini e Tajani, i Ministri Fitto, Musumeci, Pichetto Fratin, i politici di maggioranza del nostro territorio, la Regione Piemonte, gli Enti Locali ecc… affinchè venissero incrementati i fondi del PNRR per la messa in sicurezza idrogeologica tutto questo è avvenuto ancora prima della alluvione romagnola, non abbiamo ricevuto nessuna risposta, nessun riscontro , silenzio….”
“Ora ne abbiamo capito i motivi. I pochi finanziamenti del PNRR per le “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico“ in capo al MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e pari a circa 1,3 miliardi di euro per 665 progetti coerenti con il PNRR e ancora presenti a metà di agosto nel link del Ministero sono di fatto spariti dal PNRR”, è la triste constatazione del C.Al.Ca.
“I ministri Fitto e Pichetto Fratin hanno dichiarato ai primi di agosto che i progetti verranno dirottati su altri finanziamenti perchè il rischio è che non sarebbero stati completati in tempo con le tempistiche del PNRR”.
“Abbiamo cercato di capire dove questi progetti siano finiti ma non ne abbiamo trovato traccia nei vari Ministeri”.
Viene segnalato anche questo paradosso; “pare sia stata cancellata dal PNRR anche la “rinaturazione“ del fiume Po ed anche in questo caso non si capisce dove siano finiti i circa 360 milioni di euro destinati a questo”.
“Il documento ricevuto il 20 settembre da AdBPo (Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po),in risposta a nostre sollecitazioni e richieste di chiarimenti, non ci fa dormire sonni tranquilli”.
“Le colpe di tutta questa situazione sono facilmente individuabili, è chiaro che se non si investe in progetti ed in opere necessarie da anni per la sicurezza idrogeologica non ci si può stupire che poi ci siano i morti e miliardi di danni. Quello che accade non è solo colpa del cambiamento climatico e della pioggia eccezionale è soprattutto colpa di chi non fa nulla per prevenire certi disastri, noi del C.AL.CA. ne siamo convinti sin dal 2000!”
La conclusione è amara e dovrebbe fare riflettere. “La messa in sicurezza idrogeologica è una battaglia che si può ma non si vuole vincere”.