Petizione per tutelare il ceto medio. Cida: il 14% dei lavoratori paga il 63% dell’Irpef

23 Novembre 2023
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di Gigi Cabrino – La CIDA, confederazione dei dirigenti e delle altre professionalità, preoccupata per le misure penalizzanti per il ceto medio, ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione rivolta al governo, nello specifico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’Economia, Ministro del Lavoro.

Ecco la questione sollevata.

Negli ultimi anni i governi hanno individuato in 35mila euro lordi annui, vale a dire circa 2.000 euro netti per tredici mensilità, il limite di reddito oltre il quale il contribuente deve sostenere se stesso, la propria famiglia e anche coloro che vivono di bonus, sussidi e prestazioni gratuite, senza che ci sia un adeguato controllo per valutare che, chi ne beneficia, ne abbia effettivamente bisogno, comprendendo quindi il nutrito popolo degli evasori.

Nel frattempo, il nostro Paese continua a basare tutte le politiche sociali sui redditi lordi dichiarati che non rappresentano un quadro fedele della realtà visto che solo il 14% degli italiani dichiara almeno 35mila euro di reddito lordo e paga il 63% di tutta l’Irpef. Il resto rimane quasi totalmente a carico di lavoratori dipendenti e pensionati.

Inoltre, non è più tollerabile che, a coloro che hanno un reddito pensionistico superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps, venga applicata persistentemente una tassa occulta derivante dal mancato riconoscimento della perequazione spettante.

Chiediamo quindi di salvaguardare il ceto medio italiano che costituisce il motore della nostra economia, la parte intraprendente e produttiva che genera PIL, posti di lavoro, crea nuove aziende e, ciò nonostante, da troppi anni è oggetto di ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi ed è orfano di un’attenzione politica.

Chiediamo di fermare questo accanimento prodotto da reiterate vessazioni che negli ultimi 20 anni ha comportato una progressiva riduzione del ceto medio e ha visto scadere valori fondanti come il merito e il dovere, mentre è cresciuto a ritmi preoccupanti il numero di coloro che usufruiscono di misure assistenziali senza averne realmente diritto.

Chiediamo un Paese più equo e giusto in cui tutti partecipino in base alla propria reale capacità contributiva, stanando furbi e disonesti, per pagare meno e pagare tutti; un Paese più inclusivo che punti su lavoro e crescita in imprese più produttive, retribuzioni più elevate e pari opportunità per giovani e donne.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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