di Gigi Cabrino – Nei giorni scorsi il vicepresidente degli imprenditori di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, osservava come le banche avessero chiuso non poco i rubinetti del credito alle imprese, ” le banche hanno smesso di fare le banche e i dati lo dimostrano chiaramente: finché c’è stato lo scudo statale, il credito è aumentato, ma quando la norma sulle garanzie di Stato ha smesso di essere in vigore, gli istituti hanno preferito evitare rischi. Ma non è questo il modo di sostenere l’economia del Paese, non è questo il modo di affiancare le imprese clienti”.
Ma per il mondo bancario non va per niente male, il gruppo UniCredit ha comunicato utili record.
Affari Italiani riporta la notizia.
“Risultati record per Unicredit, che chiude il 2022 con il milgior bilancio degli ultimi dieci anni. L’utile balza di oltre il 47% e arriva a 5,25 miliardi, mentre i ricavi totali del gruppo sono di 20,3 miliardi, con un margine d’interesse di 10,7 e commissioni a 6,8 miliardi. Grazie al migliorato contesto dei tassi di interesse, al basso costo del rischio, alla riduzione strutturale dei costi e ai progressi compiuti in termini di efficienza patrimoniale, UniCredit annuncia l’utile netto atteso per il 2023, inclusa la Russia, sostanzialmente in linea con l’utile netto di Gruppo del 2022. Numeri di tutto rispetto che hanno, inutile nasconderlo, due cause precise. La prima: l’incremento dei tassi d’interesse avviato dalla Bce che ha portato a un balzo di 250 punti base in quattro riunioni tra luglio e dicembre”.