La “permacrisi” di Sangalli. Un Paese nell’eterno guado

7 Giugno 2023
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 “C’è un termine che riassume questa stagione economica e sociale complicata. È ”permacrisi”. Un neologismo, invero di conio non recente, con cui si è ormai soliti riassumere le incertezze, le emergenze e le sfide dei tempi che stiamo vivendo. Incertezze, emergenze, sfide: a livello europeo, ci dicono, anzitutto ed ancora una volta, dell’importanza di una comune politica – estera, di difesa, energetica – e della revisione della politica agricola. necessaria un’attenta politica commerciale dell’Unione che tenga conto delle nuove catene del valore. Sangalli , in relazione all’assemblea annuale Roma. “Un ”nuovo” Patto – dice Sangalli – che sappia davvero tenere insieme miglioramento delle finanze pubbliche, riforme ed investimenti, in particolare alla luce delle transizioni energetica e digitale. Incertezze, emergenze, sfide: ci dicono, ancora, dell’esigenza di contrastare l’importanza non solo attraverso le politiche monetarie, ma anche con una strategia europea per la competitività, insieme ad una stabile capacità fiscale di finanziamento dei servizi pubblici di dimensione europea”.

Consumi al palo a causa dell’elevata identificazione che morde redditi e liquidità degli italiani, lancia l’allarme il presidente di Confcommercio. “I risultati dell’economia italiana – ha premesso Sangalli- battono costantemente al rialzo, nell’ultimo triennio, tutte le previsioni. Oggi, il nostro livello del Pil è superiore del 2,5 per cento rispetto a quello del quarto trimestre del 2019. Insomma, abbiamo più che recuperare i livelli pre-pandemici, facendo meglio delle altre maggiori economie europee e addirittura degli Stati Uniti”. Ma, nonostante il quadro positivo, “restano ancora indietro i consumi che, nella media dello scorso anno, risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019. a morte. Inflazione, che erode il potere d’acquisto, sia dei redditi correnti, sia della ricchezza detenuta in forma liquida”, ha aggiunto.

 Mancano poi all’appello quasi 500 mila lavoratori nei settori del commercio e del turismo. Trovarli, in oltre il 40% dei casi, sarà complicato perchè non ci sono le competenze adeguate. Ecco perchè è necessario fare formazione e programmare flussi ad hoc di lavoratori immigrati.  La premessa del leader di Confcommercio è che “c’è spazio, per nuova occupazione” perché “il terziario di mercato sta vivendo una persistente carenza di personale”. Dati alla mano, Sangalli ha spiegato che “nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori. E per oltre il 40 per cento, vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze”. Occorre, allora, “intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati”. Quanto al recente decreto lavoro, “il nostro giudizio – ha detto – è positivo. Penso all’ulteriore intervento di riduzione del cuneo contributivo sui redditi da lavoro dipendente ed al maggiore tetto di detassazione per i premi aziendali. Occorre collegare con determinazione su questa strada Andrà però chiarito come confermare, nel 2024, i tagli del cuneo fin qui operati”. 

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