Categorie: Cultura

La Dora e il Po, il piccolo Pantheon Padano restaurato a Torino

di Laura Aresi – Sono in corso in questi giorni a Torino – meglio tardi che mai, soprattutto alla luce dei tragici fatti occorsi in giugno ad Albizzate – i lavori di restauro del retro della chiesa di Santa Cristina, dopo che un crollo improvviso nel 2017 aveva fatto precipitare un pezzo di cornicione nella fontana della Dora Riparia, fortunatamente in quel caso senza conseguenze a cose e persone.

E’, questo, uno dei luoghi più misteriosi ed affascinanti della città del Toro: si tratta della cosiddetta Piazza CLN (acronimo di Comitato di Liberazione Nazionale), dietro la centralissima Piazza San Carlo, dove la Dora e il fiume Po sono personificati nelle monumentali fattezze in marmo candido di Seravezza firmate da Umberto Baglioni.

L’artista cosentino, allievo di Edoardo Rubino alle Belle Arti della città del Toro, vincendo un concorso bandito nel 1936 e ispirandosi alla mitologia greca, peraltro fondativa anche dei romanzi cavallereschi padani – uno per tutti il Furioso – scolpì solennemente l’allegoria dell’Eridano che fu posizionato su un basamento marmoreo sul retro della chiesa di San Carlo: era, quella, l’antica Piazza delle Due Chiese, ma da allora fu popolarmente ribattezzata Piazza delle Fontane.

Il Po venne collocato sulla fontana di sinistra, piastrellata d’azzurro nel fondale; alla sua destra una altrettanto magnifica Dora dalle sembianze adolescenziali fu messa a protezione dell’abside della chiesa dedicata a santa Cristina, come la gemella maschile adagiata su una speculare fontana.

La confluenza dei due fiumi principali della città augustea venne così rappresentata nella tipica versione trionfalistica di regime, che avrebbe – si narra – voluto includere, come da progetto originale, anche le versioni deificate del Duce e di Vittorio Emanuele III: per fortuna qualcuno protestò vivamente e direttamente dall’Olimpo e la cosa finì nel dimenticatoio.

Da allora rimane pertanto incorrotto – crolli scongiurati a parte da ora in poi – l’incontro esoterico delle divinità fluviali simboleggianti il Sole e la Luna, che proprio in questo luglio ci stanno regalando spettacolari congiunzioni. Trascorso da una manciata di giorni il plenilunio del 5 luglio in eclisse, infatti, si è in trepida attesa della Luna di Sangue, o eclisse totale di luna rossa, che dovrebbe verificarsi il 27 di questo mese, salvo smentite scientifiche che secondo i bene informati starebbero già arrivando. Il luogo, peraltro, rimane celebre per ben altro sangue, anche in questo caso fittizio: quello sparso in una celeberrima scena di Profondo Rosso, dove Dario Argento immortalò le fontane nella sua iconica pellicola del 1975. Luogo che ora si appresta a tornare totalmente fruibile proprio nei rinnovati giorni dello sposalizio mistico degli astri più cari al Pantheon padano.

Redazione

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