Categorie: Cultura

Quel miserrimo dibattito sulle vacanze scolastiche. Che competono a Comuni e Regioni. Ma né leghisti né ex leghisti lo sanno… e parlano a vanvera

di Sergio Bianchini – Salvini ha parlato della assoluta singolarità delle vacanze scolastiche in Italia. E senza manifestare alcuna conoscenza reale del problema.

Le vacanze scolastiche in Italia, salvo che nella scuola elementare, sono per tutti gli alunni, di circa 2 mesi.

Nella scuola elementare sono di 3 mesi per tutti gli alunni dopo che circa 20 anni fa furono aboliti gli esami di quinta. Nelle medie e nelle superiori ci sono differenze tra alunni senza esami che terminano verso il 10 giugno ed alunni con esami che terminano a fine giugno.

Quindi i tre mesi di vacanza valgono per una parte, circa l’80% degli alunni, che certo non è poco.

Nei due paesi più simili all’Italia, Spagna e Francia le vacanze per gli alunni  vanno da inizio luglio al 1° settembre.

La Francia presenta un modello di dislocazione delle vacanze non estive molto bello a mio parere. L’anno scolastico si suddivide in periodi di sette settimane di lezione alternate a due settimane di vacanza.

Ma la cosa ignorata da tutti gli interventi sulle vacanze è che le ore di lezione annue obbligatorie (escludendo cioè quelle opzionali di scelta libera per ogni alunno) sono in Italia circa 1000 contro le 900 di tutti i paesi europei.

E allora da noi le vacanze sono troppe o troppo poche?

Riflettendo sui dati suddetti si comprende che l’esigenza espressa nel dibattito attuale è relativa non a problemi didattici ma a problemi di intrattenimento quotidiano in appoggio alle famiglie.

E qui cascano GLI ASINI. Al ministero dell’ISTRUZIONE competono le decisioni circa l’istruzione, cioè il volume delle lezioni curricolari e i contenuti nazionali dei programmi.

Il dislocamento delle vacanze e le eventuali misure di intrattenimento sono certamente competenze delle regioni e dei comuni.

Qualcuno ha nominato le regioni? No. Qualche leghista lo ha fatto? NO! Qualche nordista non leghista lo ha fatto? NO!

Ma anche un qualsiasi Italiano, non leghista e non nordista, potrebbe osservare che l’Italia è lunga, che esiste un nord, un centro e un sud.

Ebbene, Firenze è un pochino più a nord di Marsiglia e Ragusa è perfettamente allineata con Gibilterra.

Un discorso sul caldo incompatibile con le lezioni dovrebbe essere quindi calibrato sulle reali differenze climatiche macroregionali.

E allora vediamo che a nessuno interessa davvero il destino degli studenti. L’attuale scintilla fa parte dunque del consueto percorso ministeriale di ricerca di argomenti per aumentare le assunzioni nella scuola statale.

Sono curioso di vedere se i soldi stanziati saranno destinati ai comuni, espertissimi nell’organizzazione di attività estive ma sempre carenti di risorse.

Sono curioso di vedere se qualche regione userà il proprio assoluto e costituzionale potere organizzativo per una suddivisione dell’anno scolastico diversa che ad esempio nel nord potrebbe, imitando la Francia, facilitare le famiglie e gli alunni nelle settimane bianche che al nord sono una consuetudine quasi di massa ed un consistente momento di rilievo economico generale.

E per quelle famiglie che lavorano davvero solo i comuni potrebbero, con risorse adeguate oggi assenti, gestire i giorni non festivi privi delle lezioni scolastiche e con orari realmente adeguati agli orari di lavoro dei genitori.

Redazione

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