Autostrade? Il futuro è deciso all’estero

di Luigi Basso – Conte è ormai celebre nelle cancellerie europee per essere il premier che gira col piattino in mano a scroccare cene ai suoi colleghi europei.
Dal giro in Olanda, Giuseppi aveva almeno ricavato un tris di pesce al rinomato Impero Romano, locale scelto da Rutte anche per il nome dal richiamo perfidamente sadico al passato glorioso di Roma, ridotta oggi a ricettacolo di mangiapane a ufo.

Ieri, al cospetto della Merkel, abbiamo potuto vedere Conte seduto ad un tavolino austero con due sobrie bottigliette analcoliche, pare contenenti semplice acqua minerale.
Altro che manicaretti, ci mancava solo il pane secco da esibire sul desco come simbolo di teutonico castigo.

Per il resto, l’incontro è andato male come i precedenti: pacche sulle spalle, bravo Giuseppi, sei proattivo, sei il numero 1, italiani disciplinati (uh, come no? Basta pensare alla vicenda dello stipendio di Arcuri, il Commissario all’emergenza, AD di Invitalia…), ma quando si è parlato di Recovery Fund ed affini, sui soldi europei, sulla ciccia, ALT, verboten, di qua non si passa, arrangiatevi.

A far buon peso, ci si è messa pure la complicazione del dossier Autostrade.
Eh già, perché oltre a vincere la resistenza della lobby parlamentare dei partiti finanziati dai Benetton, Giuseppi ha capito che i tedeschi di Allianz ed i cinesi di Silk Road perderebbero tanti bei soldini dalla revoca della concessione autostradale al loro partner.

Non a caso la Merkel ha chiuso la conferenza stampa, ieri, con la frase sinistra e tagliente : sono proprio curiosa di sapere cosa accadrà domani sul dossier Autostrade in Italia.
Giuseppi, dopo aver ringraziato per la bottiglietta di acqua, ha sentito un brivido lungo la schiena.
La revoca andrà a tarallucci e vino.
Così hanno deciso all’estero.

Photo by G-R Mottez