Categorie: Cronaca

Gran Bretagna, nessuna restrizione annunciata

   Lentamente, ma inesorabilmente, Londra e la Gran Bretagna tornano a farsi domande sul futuro prossimo nella lotta al coronavirus. I dati che ogni giorno arrivano dal ministero della Salute sono tutt’altro che rassicuranti e ora ci si chiede: che tipo di Natale aspettarsi oltremanica? Difficile oggi dire quali certezze attendono i britannici nelle settimane che portano a fine Dicembre. Non saranno delle festività come le ultime, questo sì. Ma non saranno nemmeno come le avevano immaginate, probabilmente, quando reduci da un lockdown di circa sei mesi gli inglesi hanno ricevuto un graduale ma totale via libera. Ma l’arrivo dell’autunno, con il ritorno di migliaia di studenti e professionisti da tutto il mondo e delle temperature più fredde, ha cambiato le cose. Nelle ultime 24 si sono infatti registrati quasi 41 mila casi e 150 decessi. La curva dal 21 ottobre era tornata a scendere fin sotto la soglia dei 30 mila ma dal 7 novembre in pochi giorni è tornata fino ai 45 mila casi di 48 ore fa. Un grafico altalenante, difficile da spiegare e di conseguenza difficile da interpretare anche per Downing Street.

L’Ufficio per le Statistiche Nazionali inglese ha condiviso i dati del mese, riportando che una persona ogni 65 in Inghilterra è risultata positiva al Covid la seconda settimana di novembre, con un dato inferiore per quanto riguarda Galles (1 positivo ogni 55 persone) e Scozia (1 ogni 95). Quali sono dunque i possibili scenari? Da una parte se il clima invernale dovesse far aumentare notevolmente i casi e i ricoveri, come in altri paesi europei, verrà attuato il famoso “Plan B”, che implicherebbe un ritorno delle mascherine obbligatorie almeno nei luoghi chiusi, un pass vaccinale in stile Green pass e un incoraggiamento a lavorare da casa ove possibile. Dall’altra, il governo spera che i livelli di immunità raggiunti possano lasciare circolare il virus, senza causare un aumento insostenibile di morti e ricoveri.

Del resto, il governo non fa che sottolineare i livelli molto alti di vaccinati, sopratutto tra i più anziani. Il professor John Edmunds della commissione Sage ha dichiarato alla BBC che potrebbe essere questa la chiave per evitare una quarta ondata significativa. Ma Edmunds avverte: “Avremo dei livelli di contagi alti per molti mesi, quindi penso che l’NHS sarà sfortunatamente sotto uno sforzo significativo”. L’epidemiologo dell’Università di Edimburgo Mark Woolhouse si è invece soffermato sul consigliare al governo delle soluzioni con impatto immediato quando quel momento arriverà, escludendo dalla formula ad esempio un passaporto vaccinale. Seppure riescono ad incoraggiare le persone a vaccinarsi, i Green pass “non sono una soluzione efficiente e sappiamo che anche tra la popolazione vaccinata c’è una diffusione significative del virus”, ha spiegato.

Il paese guidato da Boris Johnson ha fatto discutere e continua a far discutere per le sue strategie adottate per combattere la pandemia. Una campagna vaccinale troppo intensa e troppo presto? Un via libera a tutti incosciente? L’arrivo dell’inverno rinnova lo scetticismo degli esperti, che prevedono un numero di casi in aumento nel corso della stagione. Ma nonostante questo, la situazione resta all’apparenza totalmente tranquilla. Nessuna restrizione annunciata, nessun passo indietro, come per la Germania che ha annunciato il ripristino di alcune restrizioni fino ad un probabile lockdown.

E tantomeno in avanti, come quello annunciato nelle ultime ore da Vienna: lockdown immediato e dal primo febbraio (per la prima volta in Europa) vaccino obbligatorio. Nel REGNO UNITO invece non è obbligatoria neanche la mascherina se non sui mezzi pubblici, restando tuttavia “fortemente consigliata” negli altri luoghi a rischio come ristoranti, locali e scuole. Grandi eventi culturali e sportivi continuano ad essere permessi, richiedendo un test negativo a coloro non sono vaccinati. I tamponi rapidi sono gratuiti e il governo invita con frequenza, soprattutto i giovani, ad usufruirne regolarmente. Se dunque da un lato la vita va avanti in maniera tranquilla per i cittadini del REGNO UNITO, dall’altra si percepisce la preoccupazione che le cose possano peggiorare in poco tempo. Gli stessi dati non riescono a rassicurare in un senso o nell’altro.

“Richiedere un test negativo nei luoghi sarebbe una scommessa migliore. Così si eliminerebbero dall’equazione i contagiati”. Un ultimo parere arriva dal Professor Andrew Hayward dell’Istituto di Epidemiologia della UCL. Hayward ha dichiarato nelle ultime ore che il REGNO UNITO è “sul filo del rasoio”, e molto dipenderà dalla campagna per il richiamo del vaccino e la rapidità dei contagi. “Il 98% delle persone ha gli anticorpi per il vaccino o per il contagio. Ma non dipende solo da questo, si tratta anche di sapere a quale livello sono questi anticorpi”. Poi ha aggiunto: “Ogni inverno le infezioni aumentano, e i ricoveri e i decessi raggiungono l’apice, e non vedo come il Covid possa essere differente”.

Redazione

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