di Riccardo Pozzi* – Aprile, appiattimento apicale della curva pandemica. Il giornalista del TG1, esponendo i dati, dà conto di una certa stabilità nel numero dei nuovi contagi giornalieri, aggiungendo :”…a fronte di un numero di tamponi quasi dimezzato…”.
Qualche mese dopo, lo stesso speaker racconta “…la leggera ripresa dei contagi, cresciuti da 280 a 310, certo.. occorre ricordare il numero doppio dei tamponi eseguiti…”.
Ma dove si sono laureati questi operatori dell’informazione, a Paperopoli? E le redazioni, dove hanno formato le loro competenze aritmetiche, alle elementari?
Se fai la metà dei tamponi e i nuovi contagi giornalieri restano allo stesso numero, vuol dire che sei nel letame.
Se, al contrario, i contagiati giornalieri subiscono una modesta crescita anche se hai prodotto il doppio dei tamponi, significa che sta andando di lusso.
Qui non si tratta di virologia ma solo cenni di matematica da Scuola dell’obbligo.
Se non passano semplici rilievi come questo, diventa lecito chiedersi come vengono costruiti quei grafici televisivi che restano per qualche secondo sullo schermo, il tempo di tranquillizzare o agitare il povero teleutente di media cultura batteriologica.
In sostanza, che razza di numeri ci hanno dato e continuano a darci se il divulgatore non mette nemmeno in correlazione dati omogenei in un semplice sistema lineare? Non ci vuole tanto a dare la percentuale di positivi sul totale dei controllati, poi basta moltiplicare per la popolazione complessiva e si ottiene una verosimile stima del contagio corrente.
Si, forse è troppo.
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Riccardo Pozzi*, lettore quotidiano lanuovapadania.it