Ancora una giornata con nuovi contagi da Coronavirus oltre i tremila per il Veneto, che nelle ultime 24 ore registra 3.596 casi in piu’ e 43 vittime. Il dato complessivo degli infetti dall’inizio dell’epidemia sale a 277.331, quello dei decessi a 7.157. La pressione sugli ospedali resta alta: i pazienti Covid nei reparti non critici sono 2.978 (-1), mentre sono 15 i nuovi malati nelle terapie intensive, che risalgono a 389 ricoverati.
Nonostante i dati restino pesanti – il Veneto viene classificato oltre la soglia di allerta per le terapie intensive (37%) e i ricoveri non critici (44%) – il presidente della Regione Luca Zaia ha stamani ritenuto “improbabile la zona rossa, per i dati che abbiamo. Non auspico nulla – ha aggiunto – mi rimetto all’Istituto Superiore della Sanita’”.
Per contro, Zaia ha sottolineato che “stanno aumentando le dimissioni rispetto alle prese in carico” e quanto al calcolo dell’Rt “il nostro gira attorno all’1%, di certo non e’ alto. Oggi prendiamo in cura tutti i pazienti”. Notizie positive per Zaia anche sul fronte delle vaccinazioni, nella cui somministrazione il Veneto e’ il piu’ veloce d’Italia: “Oggi li finiamo tutti e speriamo in Moderna. Dal primo di febbraio – ha proseguito – siamo pronti a partire con la seconda fase delle vaccinazioni”. Entro il 21 gennaio infatti sara’ somministrata la seconda dose di richiamo a quanti sono gia’ stati vaccinati. “Abbiamo in arrivo oggi un lotto di 49.950 vaccini: da domani li somministriamo”. Per quanto riguarda il panorama dei contagi, 28 detenuti della Casa circondariale “Filippo del Papa” di Vicenza sono risultati positivi al Coronavirus. Altri 19 sono risultati negativi, ma hanno avuto contatti ravvicinati con quelli contagiati. Tutti i 47 soggetti sono quindi stati isolati dalla restante popolazione carceraria in una sezione separata, e a loro volta divisi tra positivi e non, con protocolli sanitari e protezioni per il personale di sorveglianza. Osservazioni critiche a parte delle misure attuate in regiuone nelle ultime settimane sono giunte ancora una votla da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Universita’ di Padova, secondo il quale “le zone rosse funzionano, mentre le zone gialle funzionano meno bene, specialmente se la zona gialla applica misure di sorveglianza e contenimento sbagliate, come ad esempio il Veneto”. E sulle scuole, “si riaprono di nuovo al buio. Credo sia inaccettabile che dopo quattro mesi dall’implementazione delle misure di contenimento ancora non abbiamo dati per capire se hanno funzionato o meno”.
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