“Salvini non ha un progetto politico, naviga solo a vista e non può andare lontano, in più sta comportandosi come un camaleonte. Non mi meraviglierei se quanto prima si mettesse al comando di una nave Onlus per soccorrere i profughi.”
E’ questa l’opinione di Giuseppe Leoni, tra i fondatori del primo nucleo leghista, insieme a Umberto Bossi, sul finire degli anni ’80, che commenta con l’AdnKronos la situazione politica attuale, con la Lega che potrebbe tornare al governo, di nuovo insieme agli ex alleati del M5S.
“La vincitrice purtroppo sarà la Meloni che succhierà molti voti alla Lega. Tra nazionalisti e statalisti, il federalismo si allontanerà ancora di più. Peccato”, lamenta l’architetto lombardo.
“La Lega non doveva arrivare a questo punto, se avesse dato sponda al tentativo di mettere in piedi un Conte ter, garantendo i numeri si poteva puntare a ottenere il ministero delle riforme, potendo così andare incontro alle aspettative autonomiste votate e richieste al Nord”.
Prima di arrivare a questo punto “io avrei preferito formare in Lega una corrente che dava il sostegno a Conte, il quale ne sarebbe stato responsabile per tutte le decisioni che obbligatoriamente doveva affrontare”. “Conte che viene dal nulla avrebbe finito la sua esperienza governativa tornando ad essere un nulla”, aggiunge Leoni.
“Il numero maggiore della Lega rimaneva in opposizione e faceva sentire la sua voce, una strategia – rimarca il vecchio leghista – che poteva fare però solo uno come Bossi, non certo Salvini”.