Categorie: Politica

Il virus dell’incompetenza. Manuale di difesa

di Nicolò Gallinari – Quanta incompetenza stiamo pagando in questo duro periodo, vero? E se la classe politica, e quella dirigente del Paese, fosse più preparata? Alzi la mano di chi non lo vorrebbe. Ecco, vedete, la nostra democrazia soffre di impreparazione. Gli eletti non devono dimostrare di essere capaci per entrare in lista e occuparsi di gestire la cosa pubblica. Si va a fortuna! Sono le conoscenze personali, le amicizie, ad essere il criterio di valutazione. C’è una alternativa? Eccome che c’è! Se nel ripensare la democrazia noi parlassimo di epistocrazia? Di che si tratta?

L’Epistocrazia non è nient’altro che la conoscenza che deve prevalere sulla non conoscenza. Questo sarà il bipolarismo del futuro, superate le categorie del secolo scorso di contrapposizione destra-sinistra: conoscenza contro ignoranza, politici preparati contro politici incompetenti. Elettori consapevoli delle proprie scelte contro elettori ignari e quindi manipolabili.
L’obiezione epistocratica alla democrazia vuole, attraverso l’attestazione delle competenze del singolo, essere un incentivo a informarsi, così che si innalzi sia il livello dell’elettorato attivo che di quello passivo.

Definiamo la politica dizionario alla mano: dal greco politikḗ, è scienza e tecnica, teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica.
Scienza – Il fatto di sapere, di conoscere qualche cosa. Tecnica – Complesso di norme che regolano l’esercizio pratico di un’attività professionale. Teoria – Formulazione sistematica di principi generali relativi a una scienza. Prassi – Quanto concorre a definire l’attività pratica come presupposto o complemento di una ideologia.


Scienza e tecnica, teoria e prassi: la politica dal 1994, anno delle elezioni di marzo che sancì il passaggio alla Seconda Repubblica, ad oggi, sembra aver perso nel tempo questo sapere.
Dal Porcellum al Rosatellum, passando per il Mattarellum, senza tralasciare una serie di eventi raccapriccianti: Laziogate, patto del Nazzareno, riforma costituzionale Renzi-Boschi, governo giallo-verde, giallo-rosso….


Gli esperti, i “saggi”, gli uomini di conoscenza, hanno abbandonato la politica ed è l’elettore che li ha fatti scappare.
A tal proposito vi riporto un esempio, del filosofo greco Socrate, assolutamente esemplificativo di ciò che è successo: Immaginate un dibattito elettorale tra due candidati: un venditore di dolci ed un medico. Il proprietario del negozio di dolci direbbe del suo rivale: “Egli vi danneggia dandovi pozioni amare e vi dice di non mangiare e bere quello che volete; non vi servirà mai piacevolezze come ve ne darei io”.

Il medico sarebbe in grado di rispondere in maniera efficace? La sua risposta sarebbe: “A causa dei vostri problemi io vado contro i vostri desideri in modo da aiutarvi”, ciò provocherebbe inappagamento tra i votanti. 
Il punto di Socrate è che il voto, in un’elezione, è dato da una competenza, non da una propaganda martellante, spesso fuorviante, mirata ad un temporaneo appagamento di false speranze. Per comodità ci siamo lasciati convincere da persone incompetenti, eleggendo troppo spesso venditori di dolciumi e troppo pochi medici.


Risulta evidente da queste circostanze che sia necessaria una certa attenzione, tanto alla competenza di chi agisce tanto a quella di chi ascolta.
L’informazione cosciente dell’elettore è fondamentale per combattere la dilagante incompetenza della classe politica. Poiché il voto di un elettore male informato produce necessariamente un eletto inadeguato.
Le definizioni sulla Treccani nascono dalla necessità di esprimere un concetto, oggi più che mai abbiamo la necessità di trovare una parola che obbietti l’efficacia di questa democrazia: Epistocrazia.

Photo by Arnaud Jaegers

Redazione

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