Categorie: Politica

Esplode la grana dei rimborsi ai laboratori analisi: giù del 70% le tariffe previste. Esami in tilt?

Chiudere un giorno per non chiudere per sempre: è mobilitazione dei laboratori d’analisi per l’entrata in vigore del nuovo Tariffario, con una manifestazione domani 20 marzo a Roma, al teatro Brancaccio. Il nuovo Nomenclatore per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali che dovrebbe entrare in vigore dal primo aprile, prevede secondo sigle sindacali e associazioni di categoria “un notevole ribasso del costo delle prestazioni e taglia i rimborsi attuali fino al 70% per i laboratori di analisi cliniche convenzionati col Servizio Sanitario Nazionale”.

“È un provvedimento insostenibile, sia per il pubblico sia per il privato accreditato, se applicato avrà gravi conseguenze economiche per circa 8mila strutture sanitarie, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il concreto rischio del tracollo dell’intero sistema di assistenza pubblica”, evidenzia Elisabetta Argenziano, Segretario Nazionale di Snabilp Federbiologi.

L’obiettivo è ottenere una revisione e dal ministero della Salute arrivano segnali di attenzione. Sul tavolo del confronto a Lungotevere Ripa si consolida infatti l’ipotesi di uno slittamento dei tempi per arrivare poi a una soluzione di modifica del tariffario. “È di tutta evidenza che si sta cercando di dare una risposta puntuale a un problema che viene da lontano e che noi puntualmente come tanti altri problemi stiamo cercando di approcciare e risolvere, ovviamente non mortificando quella che è la realtà produttiva della nostra nazione da un lato e, dall’altro, cercando sempre di curare meglio l’Italia”, ha affermato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Le cifre del settore sono imponenti: secondo l’Annuario Statistico del Ssn a cura del Ministero della Salute (dati aggiornati a marzo 2023) sono 8.778 le strutture di Assistenza Specialistica Ambulatoriale in Italia, di cui il 60,4% (5.304 strutture) sono private. Le prestazioni erogate dai laboratori di analisi italiani superano il miliardo all’anno (1.075.028.703), cui si sommano le oltre 53 milioni di prestazioni annue della Diagnostica per immagini pari a 51.643.088 prestazioni di Radiologia Diagnostica e 2.175.107 di Medicina Nucleare.

“Tra i nostri associati – spiega Valter Rufini, Presidente FederANISAP – sono a rischio anche 36mila posti di lavoro, fra cui 1.000 medici, mentre le liste d’attesa già in forte aumento subirebbero un tracollo epocale poiché i cittadini non avrebbero più la possibilità di prenotare prestazioni del Ssn in oltre 5.300 centri privati, che finora, grazie a centinaia di milioni di prestazioni annue, costituivano una essenziale valvola di sfogo in aiuto alle strutture pubbliche”. Alla manifestazione a Roma Federbiologi parteciperà con una folta rappresentanza di iscritti, come altre sigle e associazioni: specialisti che mercoledì chiuderanno i centri sanitari in segno di protesta. Gli utenti che si recheranno negli studi diagnostici e nei laboratori di analisi aderenti troveranno affisso il cartello ‘Chiudere un giorno per non chiudere per sempre’. “I laboratori e ambulatori privati convenzionati – aggiunge Elisa Interlandi, presidente Anmed (Associazione Nazionale di Medicina, Diagnostica, Salute e Benessere) – rappresentano realmente agli occhi dei cittadini i principali erogatori della medicina del territorio, un punto di riferimento per chi ha la necessità frequente di effettuare controlli e analisi, con la certezza di una risposta rapida e puntuale. Tutto ciò porterà a non poter più erogare centinaia di prestazioni in quanto con queste tariffe non sarà più possibile riconoscere la giusta retribuzione del nostro lavoro e, qualora lo facessimo, porteremmo le nostre strutture al fallimento. Un disagio che dividerà ancora di più l’Italia. L’Emilia Romagna e la Lombardia, infatti, hanno già revisionato il tariffario rendendolo sostenibile, invece le Regioni in piano di rientro non potranno”. 

Redazione

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