Categorie: Politica

Castelli e Cateno De Luca. Un comune nemico: la palude di Roma

di Francesca Losi – Duello tra l’ex Ministro Roberto Castelli, Presidente di Autonomia e Libertà, e Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord. Castelli avverte De Luca: “Sull’Autonomia vi aspettiamo alla prova dei fatti”.

Un incontro cordiale, partito da posizioni distanti e tanti temi da chiarire.
A Ponti sul Mincio, alla Festa dell’associazione presieduta da Castelli, un confronto serrato si è svolto sabato 8 luglio sui temi irrisolti del rapporto tra il Nord e il Sud.
Roberto Castelli rappresenta l’anima leghista e nordista che non ha mai abbandonato le battaglie dell’autonomia, del federalismo, del principio costituzionale della sussidiarietà, dell’identità regionale.
” Il residuo fiscale del Nord – afferma – cioè il saldo negativo tra le tasse versate a Roma e quanto ritorna sui territori attraverso i servizi, è di 56 miliardi all’anno per la sola Lombardia e non ha pari al mondo. E’ il “sacco del nord” e grava in maniera insostenibile sulle nostre famiglie e imprese. Non c’è controllo sui beneficiari e non nascono pratiche amministrative virtuose che progressivamente sgravino il Nord. Vogliamo l’autonomia in materie strategiche come la scuola, l’istruzione, i programmi, le graduatorie dei professori: l’autonomia prevede che a trasferimenti invariati, la spesa destinata per una materia, la scuola ad esempio, sia interamente gestita dalla Regione con possibilità di sviluppare pratiche migliori, e trattenere le somme liberate per altri scopi. E’ una partita a saldo zero per lo Stato, ma dal pantano di Roma non arriva niente, lì tutto muore”.
Il riferimento è anche al Ddl Calderoli, che suscita enormi perplessità.


Cateno de Luca si autodefinisce “Sindaco di Sicilia” e propugna una politica per il Sud basata su una vera autonomia, con una gestione delle risorse e dei territori strappata dalle mani a “una classe dirigente parassitaria che tradisce la sua terra”.
Rivendica le accise sul petrolio raffinato in Sicilia, una partita da 9 miliardi all’anno che ora finiscono nelle casse dello Stato: una somma che spetta alla Regione, con la quale, secondo De Luca, la Sicilia potrebbe sostenere la sua spesa sanitaria, e calmierare i costi del carburante alla pompa di benzina. Castelli ha concordato su questo tema con De Luca, definendo fondate le sue ragioni.


I duellanti non si sono risparmiati, Castelli ha attaccato De Luca dicendo che “è ben strano che voi neghiate l’autonomia alle Regioni del Nord mentre voi godete dello Statuto speciale”.


Cateno De Luca si è spinto ad affermare che “penso che le risorse debbano restare nei territori dove sono state generate” e che “il Sud deve avere una vera autonomia ed emanciparsi da una classe dirigente parassitaria”. Partono le cannonate contro il comune avversario, la palude romana. Il clima è acceso, cordiale, il dibattito si chiude evocando le macro-regioni, idea cara a entrambi.

Cateno De Luca è un uomo determinato ed è a caccia del 4% nazionale in vista delle Europee: lo sanno tutti, vuole consensi, alleanze, voti. E’ davvero il nuovo corso per il Sud o è il nuovo volto di un Sud che vuole essere assistito? Il Presidente Castelli tiene la guardia alta.

In mezzo alle bandiere della Padania mescolate a quelle di “Sud chiama Nord”, si canta il Nabucco, tutti in piedi, siciliani compresi, i Padani apprezzano, scambio di doni, Cateno De Luca torna nella sua Taormina con una scintillante carta d’Identità della Padania autografata da Castelli: spuntano i cannoli della pace, ma al di là della simpatia e della cordialità, il Presidente Castelli avverte De Luca: “Sull’Autonomia vi aspettiamo alla prova dei fatti”. Stiamo a vedere.

Redazione

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