Stupri, zone povere e zone ricche. Cambia qualcosa?

4 Settembre 2023
Lettura 2 min

di Sergio Bianchini – Sul Messaggero è apparso nei giorni scorsi un bell’articolo di Ricolfi, docente di analisi dei dati all’Università di Torino, sul tema della violenza contro le donne: persecuzione, abusi sessuali, stupri, femminicidi.

Come al solito Ricolfi fonda ogni analisi su dati reali, cosa impossibile per ogni tifoseria politica e non, e che richiede una vera onestà intellettuale. Ricordo e consiglio a tutti il suo libro” La società signorile di massa” in cui esamina la situazione economica delle persone e delle famiglie in Italia.

Ebbene anche stavolta Ricolfi cancella credenze diffuse ma infondate “ …che si tratti di poche decine di casi all’anno,. O che la matrice siano le condizioni sociali e culturali particolarmente problematiche nel mezzogiorno. O che l’Italia sia una realtà particolarmente arretrata, ben lontana dagli standard di civiltà di tante altre società avanzate.”

Sugli stupri segnala che oggi in Italia si segnalano 5 casi denunciati al giorno ma avverte che esiste il “numero oscuro” di quelli non denunciati e che sarebbero circa 50 al giorno definendo così un numero reale  di stupri pari a circa 20.000 all’anno.

Ma, sorpresa, la frequenza risulta maggiore nelle regioni del centro nord rispetto al sud con il record negativo in Emilia Romagna e quello positivo in Calabria.

E questa anomalia permane se si allarga l’orizzonte ai paesi dell’Unione Europea o dell’Ocse.

Pare che i tassi di violenza sulle donne più alti si riscontrino in Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania , Olanda con punte inquietanti in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca.

I tassi più bassi sarebbero invece nei paesi mediterranei, Grecia, Spagna Portogallo Italia.

Deduzioni forse discutibili a causa della differenza sui dati oscuri cioè sui reati non denunciati. Ma anche i dati sui femminicidi, privi di numeri oscuri confermano le precedenti graduatorie.

I dati sembrano indicare che dove più avanzata è la realtà dal punto di vista del benessere e della parità di genere, ebbene proprio lì , maggiore è il tasso di violenza di genere.

Ricolfi non ipotizza alcuna spiegazione del fenomeno ma io ho qualche idea in merito.

Per quanto riguarda gli stupri le cronache riportano numerosi casi di uomini provenienti da aree più arretrate che all’improvviso si gettano su una donna a loro sconosciuta. Deduco che la provenienza da aree con forte separazione tra i due sessi aumenti la spinta aggressiva su persone allo sbando in aree con forte promiscuità.

L’altra tipologia di stupro che appare frequentemente è nel caso di gruppi promiscui di amici e conoscenti che passano serate e nottate insieme facendo uso di alcolici o di droghe e concludendo lo sballo con violenze sessuali di tipo orgiastico in cui le donne sono coinvolte loro malgrado.

In entrambi i casi vi è un aspetto comune, la sottovalutazione delle emotività profonde del maschio che scavalcano leggi e culture del territorio. Territori avanzati e liberal  dove però solo da pochi decenni si è andata affermando la nuova cultura della totale identità uomo donna, della loro totale libertà sessuale con la conseguente semplificazione dell’approccio. Semplificazione che però fa poco i conti con uno sfasamento tra dichiarazioni culturali e realtà dell’evoluzione profonda della natura umana.

Vi è infine un altro aspetto che a mio parere incide molto sui fenomeni di stupro e cioè che il castigo legale nei confronti dello stupratore è molto lieve e corrisponde in fondo ad una sdrammatizzazione reale, nelle aree più avanzate, del crimine stesso che invece in paesi più arretrati è considerato al livello dell’omicidio.

Ricolfi si chiede se la nostra società non abbia un vizio nascosto. Io ho enunciato alcuni vizi palesi, mi piacerebbe sentire altre ipotesi.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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