Categorie: Opinioni

Quando non oggi, ma nel 1955, Milano celebrava la “Lega fratelli d’Italia”. E adesso?

di Roberto Gremmo – L’11 giugno del 1955 veniva fondata a Milano la “Lega fratelli d’Italia”, tentativo fragile e senza respiro del suo fondatore, Leo Longanesi, di dare una stabile organizzazione ai lettori del suo “Borghese” che cercavano una casa comune per gli anticomunisti più determinati, i nostalgici dell’ordine economico borghese, i fedeli legittimisti e gli orfani di una vera Destra politica, ostili alla DC che consideravano scivolata in un dannoso sinistrismo.Fu un sonoro insuccesso annunciato.

E’ pur vero che alla manifestazione fondativa intervenne una gran massa di gente eterogenea formata da brontoloni mai contenti, vecchie carampane, ragazzotti con grandi speranze e buoni borghesi timorosi che i cosacchi russi fossero alle porte per rubargli il portafogli.

Parola d’ordine della Lega fratelli d’Italia il richiamo alla tradizione risorgimentale accanto all’opposizione alla DC che aveva “corrotto il costume della nazione, ed ha tradito la fiducia degli elettori e dei cattolici convinti di trovare in essa la difesa del paese contro il comunismo”; concetti enunciati dal celebre descamisado giornalista romagnolo e ribadito dagli altri oratori: Ernesto De Marzio del Movimento Sociale Italiano e Nino Guglielmo dell’Unione monarchica.

Era un estemporaneo tentativo di far rinascere l’Uomo qualunque ma fuori tempo, perché il movimento di Longanesi che l’Unita’ svillaneggiava brutalmente come “partito della Fifa” non aveva spazio, perché proprio la DC raccoglieva consensi elettorali cospicui anche come partito di raccolta dei ceti conservatori meno ossessionati dal pericolo rosso, perché convinti che il consumismo del nascente miracolo economico avrebbe di sicuro integrato nel sistema una classe operaia sempre meno propensa a salti nel buio rivoluzionari.

Si dice che la storia si presenta prima seriamente e poi in farsa. Nel caso della “Lega fratelli d’Italia” mi pare stia accadendo il contrario, perché la burletta di Longanesi si replica oggi in gran spolvero con la manifestazione melonista nella stessa capitale morale d’Italia.

Le supponenti forze politiche democratiche o presunte tali dovrebbero farsi un onesto mea culpa se quello che negli anni cinquanta era un esperimento senza domani, con un nome quasi uguale, e’ oggi il primo partito d’Italia.

Stefania Piazzo

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