di Roberto Gremmo – Manzoni nazionalista andava a bagnare i panni dialettali in Arno. Il capitano nei giorni scorsi come sappiamo è andato nella Capitale granducale a gettare al fiume l’ultima illusione delle Piccole Patrie.
Già dice tutto l’apparato iconografico: scelta come location una fortezza, sia pure, dato il parterre, da basso; striscione rigorosamente in inglese (altro che Breuil) e tante sgargianti bandierone degli Stati, tutti centralisti.
Dopo questo, niente.
Solo la fregola di far credere di contare ancora qualcosa, facendo il muso duro a mezzo mondo, massoneria compresa.
Lo spettacolo, quattro salti un soldo, e’ da viale del tramonto.
Ma umiliante.
Come si fa a galvanizzare quelli del pratone di Pontida ammiccando alla Calderoli-autonomia ed andare a braccetto con la nero-dame francese che guarda con sospetto le etnie?
Come si può immaginare un’Europa libera se la si incatena al militarismo?
Come si difendono i Popoli del Nord se si diventa paladini delle cattedrali clientelari nel deserto del Sud? O, peggio mi sento, sponsor del ponte faraonico?
Purtroppo, nel partito più totalitario del panorama politico italiano non c’è nessuno che fermi questa deriva.
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