di Cassandra – Gianni Fava parla con Repubblica e racconta il suo pensiero. Di Salvini non pensa bene. D’altra parte era stato l’unico e ultimo candidato ad un congresso ad opporsi all’elezione del segretario federale. Della ricorrenza dei 40 anni ha poco da dire. “Al massimo si può celebrare l’intuizione geniale di Bossi. Ma non è rimasto nulla. Dopodiché capisco che tanti, come Salvini, dicano di essergli grati: altrimenti avrebbero dovuto lavorare”.
Afferma che del progetto delle origini tutto “è stato scientificamente cancellato”. E che la Lega è un calderone di roba male assemblata. “Autonomia, ponte sullo Stretto, Le Pen, l’Afd e l’Udc di Cesa”. Infine Vannacci.
Sentiamo il passaggio su Maroni. “Senza Maroni non esisterebbe Salvini oggi. È stata una sua intuizione. Ricordo quando mi disse: dobbiamo cambiare registro, puntiamo su questo ragazzo, che sa usare i social. Io non ero d’accordo. Chiunque basi la sua fortuna sui social, blandisce un consenso effimero, perché non è ancorato a un progetto. E infatti mi chiedo: oggi il progetto di Salvini quale è?.
Così arriva il “tirare a campare della Lega, brutta copia di FdI”. Alle europee Fava pronostica che “Tajani supererà la Lega”, strizza l’occhiolino agli ex leghisti nelle fila dei forzisti.
Ma che dire dei governatori leghisti di Veneto e Friuli? “Sono amici, ma molti di loro sono visti dalla base come complici. Tenevano tutti famiglia”. Insomma, l’alibi del continuo ripetere che “io penso ad amministrare, penso al governo locale”, ha stufato ed è passato di moda. Leghisti sì, democristiani in eterno no.