Davos: Soros lancia la sfida a Putin

26 Maggio 2022
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di Luigi Basso – In questi giorni, i tre Grandi Vecchi del WEF di Davos si sono presi le luci del palcoscenico ed hanno tenuto banco con le loro dissertazioni: la faccenda, se da un lato testimonia l’ottima tempra dei protagonisti, dall’altro lato non sembra deporre a favore della capacità degli stakeholders di rinnovarsi e delle giovani generazioni di farsi strada in Occidente e diventare Classe Dirigente.
Dopo l’orazione iniziale dell’ottanquattrenne Klaus Schwab, che ha cercato di rincuorare i presenti al grido “Il futuro è costruito da noi”, dopo l’intervento di Kissinger, classe 1923, è stato il turno di George Soros, il novantadueenne finanziere ungherese.


Il magnate ha detto papale papale che dopo la guerra della Russia all’Ucraina deve essere chiaro agli stakeholders del WEF che tutte le grandi problematiche del Mondo (crisi climatica, globalizzazione, pericolo nucleare, etc.) devono essere messe da parte perché l’Ordine Mondiale costruito faticosamente dai Potenti di Davos è minacciato nella sua stessa esistenza.


La Civiltà di Davos sta correndo un pericolo mortale definitivo ed inappellabile: “la nostra civiltà potrebbe non sopravvivere”, ha ammonito ieraticamente Soros.
Il nemico mortale dell’Ordine di Davos è Putin, oltre alla solita Cina.


L’unica speranza di salvezza per l’elite di Davos, secondo Soros, è sconfiggere Putin il più presto possibile, poiché il Presidente Russo rappresenta una ideologia che è diametralmente opposta a quella di Davos.
La cosa paradossale è che su quest’ultimo punto toccato da Soros sarà senz’altro d’accordo l’ideologo di Putin, Dugin, al quale il magnate ungherese finisce per dare ragione sulla irriducibilità tra la visione del mondo di Davos e quella russa.


L’analisi di Soros è, peraltro, platealmente opposta a quella di Kissinger, che invitava il giorno prima a trovare un’intesa con i Russi, cedendo anche qualcosa: la disputa sembra far trapelare lo stato di confusione in cui si trova l’elite di Davos che, vista da lontano, sembra non sapere che pesci prendere.

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