di Cassandra – Siamo ad aprile, il 30 per l’esattezza, e su La7 va in onda un servizio giornalistico dedicato alla strategia dei tamponi e dei test sul territorio lombardo. Vengono interpellati alcuni primi cittadini, tra cui il sindaco di Cocquio Trevisago, Danilo Centrella, nel varesotto, e quello di Robbio, nel pavese, Roberto Francese.
Ecco il link del servizio
Oggi il Fatto Quotidiano, sulla scorta dell’indagine della procura sui test sierologici affidati a Diasorin dal San Matteo di Pavia, con la benedizione della Regione, e con diverse strutture Ats territoriali che avevano interdetto l’autonomia dei sindaci di procedere per testare la popolazione senza seguire i canali decisi a livello regionale, avanza delle supposizioni. Qualcuno avrebbe detto: “Chi non segue le linee è fuori dal partito”? Quale partito? Immaginarlo non è difficile.
Non ci inoltriamo nelle ipotesi, ma guardiamo i fatti. C’è una inchiesta oggi della magistratura che si interroga sull’operato di scelte che hanno concentrato in una sola azienda l’autorizzazione a procedere e validare. E’ stato corretto? Oppure no? I sindaci che hanno attivato il monitoraggio in pieno covid mentre la Regione appariva ferma, hanno fatto bene o no? E’ stato giusto fermarli?
A queste domande possiamo rispondere in coscienza, tecnicamente c’è chi valuterà se vi siano state inopportune pressioni politiche.
Ad oggi riportiamo quanto la nuova padania pubblicò a maggio, con una carrellata di servizi che riportano gli eventi di quei mesi. L’appello degli scienziati a utilizzare anche i laboratori privati, il braccio di ferro tra vertici e territorio. Vale più di qualunque supposizione. Il quadro che ne esce è, usiamo questo termine, impressionante.
Buona (ri)lettura.
Il sindaco di Robbio, Roberto Francese, alle telecamere afferma: “A me hanno detto: stai attento perché hai scontentato qualcuno nel palazzo regionale e quindi non sei ben visto”. E da chi?
Non è da meno nelle dichiarazioni taglienti il sindaco di Cocquio Trevisago, che è anche medico, Danilo Centrella, che di recente si è allontanao dall’area che gravita attorno alla Lega di Salvini per entrare nel movimento Grande Nord. Ecco le sue parole: “Mi hanno scritto che uscire pubblicamente contro la Regione in questo momento avrà delle ricadute sul presente e sul futuro”. Anche lui afferma di aver portato le sue memorie negli uffici preposti ad approfondire.
Andiamo indietro di qualche settimana.
Perché, come riportavamo allora, la questione test e tamponi coinvolgeva non solo le scelte della Regione ma anche quelle del ministero. Insomma, non una ma due teste.
E così come allora riportiamo l’affermazione del sindaco di Robbio a La7 e cioè “Quando un’istituzione ha paura di un’altra istituzione è una cosa bruttissima”.
Il 22 marzo la nuova padania pubblicava questo.
Mentre il 24 marzo a ruota anche questo.
Il 26 marzo, ancora.
In sequenza temporale poi l’uscita di Sala, sindaco di Milano, ed era il 2 aprile.
Cinque giorni dopo, il 7 aprile.
E l’8 aprile a chiudere il cerchio, si fa per dire..
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