Propenso a votare solo il 47% dei giovani. E il 43% degli over 45

5 Aprile 2024
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Una recente indagine del Consiglio nazionale dei giovani (Cng), realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli, rivela un quadro importante: alle prossime elezioni europee il 47 per cento dei giovani italiani si e’ detto propenso a votare. Il dato e’ ritenuto positivo dal report, se si tiene conto che l’affluenza complessiva probabile e’ stimata al 45 per cento, con un dato piu’ basso per gli over 54 al 43 per cento. Considerando che nel 2019 la partecipazione al voto e’ stata del 54,5 per cento e che, invece, da queste stime l’affluenza complessiva prevista sembrerebbe in flessione, confermando un trend complessivo di discesa negli ultimi 15 anni, opposto al trend generale europeo che ha visto aumentare la partecipazione, il dato di partecipazione giovanile conferma i risultati dell’indagine Eurobarometro sulle ultime elezioni europee che mostrano, infatti, come nel 2019 l’aumento complessivo dell’affluenza alle urne e’ stato determinato principalmente dalle giovani generazioni in tutta l’Ue. In particolare, i giovani cittadini sotto i 25 anni (+14 punti percentuali sul 2014) e i 25-39enni (+12 punti percentuali sul 2014), con un’affluenza complessiva alle passate elezioni europee del 50,6 per cento, la piu’ alta dal 1994, con 19 Stati membri.

Dallo studio, eseguito su un campione rappresentativo della popolazione italiana, emerge, inoltre, come per gli under 35 i temi affrontati nella campagna elettorale non riflettono le proprie preoccupazioni e priorita’ . Solo l’8 per cento dei giovani, infatti, si ritiene molto soddisfatto dal dibattito politico sulle Europee, mentre 6 giovani su 10 reputano che quest’ultimo non stia affrontando adeguatamente le critiche’ e le esigenze che vivono. Il dato scende ulteriormente se ad essere presi in considerazione sono solo gli under 25, considerando il campione 18-24, infatti, e’ solo il 33 per cento (molto + abbastanza) ad essere soddisfatto almeno in parte. Salgono cosi’ a 7 su 10 i giovani che ritengono che non si stiano affrontando adeguatamente criticita’ ed esigenze. Dato di molto inferiore a quello della fascia 35-54 dove la percentuale raggiunge il 50 per cento. Per i giovani, i temi su cui il dibattito si deve orientare sono, invece, innanzitutto quelli relativi a lavoro e occupazione (39 per cento), a cui seguono, in ordine di opportunità, scuola e universita’ (18 per cento), formazione post-scuola/universita’ (18 per cento) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e il cambiamento climatico (9 per cento). Questi dati rivelano un urgente bisogno di riorientare il focus del dibattito politico verso domande che hanno un impatto diretto sul futuro professionale e personale di ragazze e ragazzi.

“I dati che abbiamo rilevato sull’intenzione di voto dimostrano, ancora una volta, che sono soprattutto le giovani generazioni a voler contribuire alle scelte collettive, non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea, attraverso l’esercizio del diritto di voto. complessiva alle prossime europee che risulterebbe pari al 45 per cento”, commenta la presidente del Consiglio nazionale dei giovani, Maria Cristina Pisani.

“Per questo, il dato sulla partecipazione giovanile e’ importante, in linea con i risultati delle ultime elezioni europee, che mostrano come anche nel 2019 l’aumento dell’affluenza alle urne sia stato determinato principalmente dalla partecipazione delle giovani generazioni in tutta l’ Ue. E’ la dimostrazione – aggiunge – che sono per lo piu’ i giovani a voler esercitare con responsabilita’ il loro diritto al voto, anche se solo l’8% dei giovani si ritiene molto soddisfatto dal dibattito di queste settimane sulle europee, ma, nonostante cio’, mostrano, ancora una volta, la volonta’ di contribuire alle scelte collettive non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea, indicando delle priorita’ chiare: lavoro e occupazione (39 per cento), seguiti, in ordine di speciale, da scuola e universita’ (18 per cento) e formazione post-scuola/universita’ (18 per cento) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e cambiamento climatico. maggiore loro coinvolgimento nelle prossime settimane, sia in termini di individuazione di priorita’, sia di elettorato attivo che passivo, considerando che anche a livello europeo la media dell’eta’ degli eletti italiani continua ad essere alta, circa 49,2 anni. Un trend che deve essere invertito, considerando l’ampia volonta’ delle giovani generazioni di essere pienamente incluse nei processi decisionali per affrontare quelle che sono, a loro avviso, le maggiori critiche’ che vivono e che indicano con particolare chiarezza come urgentizze e priorita’ ”, conclude Pisani.

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