Categorie: Economia

Sale l’inflazione, nonostante la batosta dei tassi. Quante volte paghiamo?

 Il secondo trimestre del 2023 evidenzia spiccati segnali di rallentamento dell’attività. Le criticità che investono alcune grandi economie europee e le difficoltà nel riportare l’inflazione su valori più prossimi agli obiettivi di politica monetaria stanno inducendo una minore dinamicità della nostra economia. È quanto emerge dal rapporto Congiuntura di CONFCOMMERCIO. Gli indicatori che lo testimoniano vanno dal progressivo rallentamento dell’attività industriale (quattro mesi consecutivi in riduzione congiunturale) all’emergere di un’evoluzione meno favorevole della domanda per consumi fino al rallentamento nel recupero delle presenze turistiche, sia di italiani sia di stranieri (-2% circa rispetto al 2019 nei primi quattro mesi del 2023). Gli indicatori sul sentiment di famiglie e imprese mostrano qualche cedimento nel mese di maggio, a conferma che il rallentamento potrebbe protrarsi anche nei prossimi mesi.

In questo contesto solo il mercato del lavoro continua a mostrare elementi di vivacità con un incremento degli occupati ad aprile su marzo pari a 48mila unità (+390 mila nel confronto annuo). Il permanere di tali favorevoli dinamiche indicherebbe che gli operatori economici reputano l’attuale fase di quasi stagnazione come temporanea. A nostro avviso, sciogliere o meno questi nodi tra rallentamento e incertezza sul futuro dipenderà dalla velocità di rientro delle tensioni inflazionistiche. A maggio, i consumi, misurati nella metrica dell’ICC, hanno registrato una riduzione dello 0,2% nel confronto annuo. Il dato è sintesi di un marcato e diffuso rallentamento della domanda di beni (-1,2%) e di una crescita dei consumi per la componente relativa ai servizi (+2,6%), sebbene, anche per questo aggregato, emergano i primi segnali di una minore dinamicità. Relativamente ai beni solo la domanda per le autovetture evidenzia importanti segnali di recupero (+11,5% tendenziale). Le favorevoli dinamiche registrate dalla fine dello scorso anno hanno solo attenuato le difficoltà di un settore che, nel confronto pre-pandemico, evidenzia ancora un sensibile gap in termini di volumi. Tra gli altri beni anche a maggio si conferma in decisa riduzione la dinamica dei consumi alimentari (-4,3% tendenziale), dell’energia elettrica (-3,6%) e del vestiario (-2%).

Secondo le stime di CONFCOMMERCIO il PIL a giugno sarebbe marginalmente diminuito (-0,1%) rispetto a maggio, con una crescita dell’1,3% su base annua. Nel complesso del secondo trimestre la crescita si attesterebbe allo 0,2% in termini congiunturali, dato determinato dalla positiva eredità lasciata dal primo quarto dell’anno, e all’1,1% nel confronto con lo stesso periodo del 2022. Anche a giugno l’inflazione è attesa proseguire nel percorso di graduale rientro delle dinamiche. Per il mese in corso la stima di CONFCOMMERCIO è di un aumento dello 0,4% congiunturale e di una variazione del 6,8% nel confronto annuo.

Redazione

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