di Gigi Cabrino – Il centro studi di Confindustria ha pubblicato un report sull’andamento dei salari italiani ed europei dal 200 ad oggi ed emerge che le crescite salariali sono in linea nei paesi europei più industrializzati ma la produttività italiana frena; infatti “tra il 2000 e il 2020 nel manifatturiero italiano i salari reali sono cresciuti del 24,3%, pressoché in linea con produttività del lavoro (22,6%). La crescita dei salari reali è stata simile in Francia e superiore a Germania e Spagna dove la produttività del lavoro è cresciuta molto più che in Italia.” Questo, sottolinea il Csc, “implica una netta perdita di competitività per il nostro manifatturiero, ma anche l’erosione della quota di valore aggiunto che va a remunerazione del capitale (il rapporto margine operativo lordo e valore aggiunto nel manifatturiero è sotto quello medio nell’Eurozona dal 2004)”. E se “nel biennio 2021-2022 l’aumento dei prezzi ha eroso i salari reali mentre la produttività ha tenuto, nei prossimi anni i salari recupereranno potere d’acquisto in virtù del meccanismo contrattuale. Nello stesso periodo, i margini di profitto in altri paesi dell’area euro sono cresciuti, mentre in Italia hanno registrato una contrazione”.

L’AUMENTO DEGLI STIPENDI PASSA DALLA PRODUTTIVITÀ DELLE IMPRESE
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