Categorie: Cultura

Le leggi razziali, il mito della stirpe e le mode che “tornano”

di Roberto Gremmo – Si presenta anche per il grande pubblico una buona occasione per documentarsi meglio sulle famigerate leggi razziali fasciste. 

Domenica prossima, verrà infatti trasmessa da Rai storia nella rubrica “Scritto detto letto” una importante conversazione di Giorgio Fabre, affermato autore del fondamentale studio “Il Gran Consiglio contro gli ebrei” e profondo conoscitore della materia. Il programma verrà messo in onda alle ore 8,50 ed in replica alle 20,20.

Per gli specialisti ed i più interessati segnaliamo invece che nel recente volume edito da “Olschki” dal titolo “Folklore, razza, fascismo” curato da Fabiana Dimpflmeier oltre ad approfondimenti sul controverso rapporto del regime con la cultura popolare rurale, merita attenzione l’originale contributo di Leonardo Piasere su un episodio di discriminazione ‘scientifica’ rappresentato dal “secondo manifesto razzista della razza”, un testo reso pubblico il 25 aprile del 1942. Si tratta d’un proclama politico con intenti discriminatori mascherato da studio scientifico assolutamente meno noto della dichiarazione del 1938 ma più della precedente espressione di un ceto intellettuale asservito alle impostazioni teoriche del più feroce aspetto del Regime.

Del resto, anche gli altri saggi del volume edito da Olschki puntano i fari sul servile ‘collaborazionismo’ con le politiche di ‘nazionalismo popolare’ di subordinazione della cultura popolare alle esigenze del v’intendo al Regime dei più bei nomi dell’ antropologia e del folklorismo italiano (uno per tutti, il famoso Giuseppe Cucchiara del “mondo alla rovescia”).

Appena citato a suo tempo da Renzo de Felice, il secondo testo razzista portava le firme di alcuni fra i più autorevoli antropologi dell’epoca, primi fra tutti Raffaele Corso e Sergio Sergi, quest’ultimo già famoso per le teorie sul primato della “stirpe mediterranea” (che escludeva i popoli padano-alpini) e che avrebbe dato origine alla “nazione italiana”, l’unica, udite udite, ad avere avuto dal fato “la missione civilizzatrice di molti popoli per mezzo della conquista” (G.Sergi “Italia, le origini” Bocca, 1926).

Follie accademiche, oggi tornate obliquamente di moda.

Roberto Gremmo

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