“Il rischio di una contrazione delle nuove iscrizioni è molto concreto, a causa dell’impatto della pandemia sui redditi e sulle prospettive di famiglie e studenti, nonché sulla mobilità degli studenti internazionali”. Lo spiega bene il Censis nella sua nuova “Classifica delle Università italiane”. “L’effetto sulle immatricolazioni della crisi scoppiata nel 2008 fu molto rilevante: causò una riduzione complessiva di quasi 25.000 immatricolazioni nel giro di sei anni (-8,4%), con un tonfo nel solo primo anno della crisi del 4,1%. Inoltre, un arresto dei flussi degli studenti residenti all’estero priverebbe i nostri atenei di una componente importante (l’1,7% degli immatricolati nello scorso anno accademico: 5.155 studenti) e in forte crescita nel tempo. Nel quinquennio 2015-2019 il tasso medio annuo di incremento è stato del +10,7%” segnala il Censis.
Ma c’è un altro dato che spicca ed è quello pubblicato da Repubblica nei giorni scorsi. Ecco il dorso del quotidiano di Palermo. Non c’è bisogno di spiegazioni.
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