Crisanti: non servono 2,5 milioni di banchi nuovi. Basta un bioscanner. Mascherine in classe “inutili”

19 Agosto 2020
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In un’ampia intervista al settimanale Panorama l’epidemiologo Andrea Cristanti smonta l’approccio del governo sulla riapertura delle scuole, con tutti gli annessi e connessi.

“Io sono un po’ stupito, di quello che vedo e che leggo, mi piacerebbe poter dare qualche consiglio”, spiega.

“Quando si combatte un’epidemia bisogna sempre partire dal buonsenso: ovvero dal principio generale che bisogna chiedere alle persone solo quello che per loro è possibile e quello che realisticamente è sensato fare” E invece “noto che talvolta si parte da quello che non ha senso chiedere perché è irrealizzabile o troppo complesso”, “io francamente sono abbastanza stupito di questa idea di chiedere alle famiglie di misurare la temperatura a casa ai loro figli. Ma ha idea di che cosa significhi otto milioni di termometri usati da otto milioni di mani diverse, ogni giorno? È una cosa senza senso. Una roba da mettersi le mani nei capelli”, “provi a immaginare in quanti modi diversi un genitore potrebbe prendere la temperatura al figlio”, “c’è chi misura con un termometro termico, chi con quello digitale, chi alla tempia, chi sotto l’ascella, chi in bocca… Una varietà di opzioni, non me le faccia ricordare proprio tutte, che vanifica ogni speranza di avere un qualsiasi parametro comune”.

Per Crisanti, insomma, la temperatura va misurata ma “a scuola, ovviamente”. Rischio assembramenti come dice il Cts? “Questo sinceramente mi sorprende: cosa ci vuole a usare un termometro a pistola, o ancora meglio un bioscanner?”, “invece che comprare due milioni e mezzo di banchi nuovi, mossa assai costosa di cui continuano a sfuggirmi l’utilità e la connessione con il Covid, basterebbe collocare degli apparati agli ingressi di ogni plesso scolastico”, “gli istituti possono avere anche migliaia di studenti. Mi scusi, ma alla Fiat – faccio un esempio per dire – non hanno migliaia di operai? E le decine di industrie che in questi mesi hanno varato protocolli di autotutela, come fanno, se non così? Mica misurano a casa!”, “con un bio-scanner possiamo avere la certezza di un dato comune, omogeneo, sicuro. Con la lotteria dei termometri a casa possiamo essere certi del contrario! Avere un caos equivale a non misurare”, “sono veramente attonito da questo dibattito. E come sta funzionando negli aeroporti? Con una persona scansionata al secondo”. 

Poi Crisanti smonta anche le linee guida per il trasporto.

“A lei pare possibile che ci sia un criterio di viaggio sui treni nazionali, più restrittivo, e uno per i treni locali, meno restrittivo? È assurdo. Intanto il primo principio da seguire deve essere la tracciabilità e – di nuovo – l’omogeneità. Quindi mi spiega che senso ha viaggiare con l’alta velocità vuota al 50 per cento, se poi, magari lo stesso passeggero, poco prima o poco dopo, si ritrova ammassato sul treno locale, carico come in una scatola di sardine?”.

“Fra l’altro – aggiunge – lì non ci sono posti nominali: se si scoprisse un contagiato sarebbe impossibile tracciare i suoi compagni di viaggio”. E l’alternativa di fronte a un caso positivo? “Sarebbe quella di tracciare tutti e quindi di bloccare tutti, una follia, o quella non bloccare nessuno, un’altra follia”, “noi in Veneto abbiamo fatto questa esperienza decisiva: fino a che non ci sarà il vaccino tracciare è il rimedio più efficace per convivere con il virus”.

Poi Crisanti torna ancora sul fronte scolastico. “La mascherina protegge. Ma vale il discorso di prima: se poi sappiamo con certezza matematica che questi ragazzi fuori da scuola si abbracceranno, si picchieranno, giocheranno insieme, che senso ha?”. Finestre aperte in classe anche d’inverno? “Ma che scherziamo? Così facciamo ammalare tutti…”, “bastano piccoli dispositivi di ricambio, tipo ‘Pinguino’, per capirci, che favoriscono il ricambio dell’aria negli ambienti chiusi”. E poi “è molto importante che i dirigenti scolastici abbiamo accesso ai dati sanitari dei territori, e possano sospendere dalla frequenza diretta tutti gli studenti che si ritrovano dentro le future zone rosse” modo drastico ma unico “per non avere la certezza di vanificare ogni sforzo e di diffondere il contagio. Per CRISANTI occorre poi “tempestività nel sospendere dalla frequenza i ragazzi malati o positivi, spostandoli sulla didattica a distanza”. Quindi esprime le sue critiche per le misurazioni in classe del distanziamento tra studenti: “Come ci arrivano al ‘metro statico’ seduti nel banco, i ragazzi? Volando?”. E le rime buccali? “Questi mi paiono temi e sofismi buoni per le fattucchiere o per gli azzeccagarbugli: io, per mia fortuna, faccio ancora l’epidemiologo”. 

(red)

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