Commemorato il generale Władysław Anders e i soldati del 2° Corpo d’Armata polacco a Loreto e Loro Piceno

18 Novembre 2023
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Un parco intitolato al generale Władysław Anders e al II Corpo d’Armata polacco a Loreto e una nuova esposizione dedicata all’esercito guidato dal grande condottiero polacco a Loro Piceno; questi i due luoghi in cui è stata onorata negli ultimi giorni la memoria del celebre comandante polacco che grazie al sacrificio dei suoi soldati durante la Seconda guerra mondiale diede un contributo fondamentale alla liberazione dell’Italia.

Presente a entrambe le cerimonie la figlia del generale, Anna Maria Anders, oggi ambasciatore di Polonia in Italia.

A Loreto, vicino ad Ancona, dove si trova uno dei più grandi cimiteri di guerra polacchi in Italia, il parco di via Trieste – uno dei più ampi e noti di Loreto, situato a ridosso delle mura cittadine sotto la  maestosa basilica e di fronte al più antico liceo della città – è stato intitolato ai soldati polacchi e al loro comandante grazie all’iniziativa degli studenti del locale complesso scolastico Solari. Gli alunni della scuola primaria di secondo grado, alla fine di un laborioso percorso di ricerca che li ha portati sulle tracce della Polonia nella loro città, hanno voluto così rendere omaggio agli oltre 1100 soldati del 2° Corpo d’Armata che riposano a Loreto e al loro comandante, il generale Wladyslaw Anders.

La cerimonia ufficiale di intitolazione si è svolta il 15 novembre alla presenza delle principali autorità cittadine, fra cui il sindaco di Loreto Moreno Pieroni, i rappresentanti della prefettura, delle forze armate, il console onorario della Repubblica di Polonia nelle Marche Krystyna Gorajski e della numerosa communita polacca tra cui le suore che si occupano del cimitero polacco adiacente.

All’evento hanno partecipato attivamente gli alunni delle scuole di vari gradi di Loreto fra cui gli autori e promotori dell’iniziativa: la classe 3A della scuola secondaria l’Istituto Comprensivo “Solari” di Loreto che sotto la guida e sostenuti dalla dirigente scolastico prof.ssa Luigia Romagnoli e dalla prof.ssa Paola Traferro hanno preparato la mozione di intitolazione del parco al generale Anders e al 2 Corpo d’Armata polacco. 

La città di Loro Piceno, in provincia di Macerata, ha ospitato invece giovedì 16 novembre l’inaugurazione di una esposizione dedicata all’esercito di Anders, entrata a far parte del Museo delle Due Guerre mondiali. All’apertura della nuova ala hanno partecipato i rappresentanti delle autorità locali, con in testa il sindaco di Loro Piceno Robertino Paoloni, e numerosi rappresentanti della comunità polacca marchigiana. Senza il sacrificio di questi soldati, la nostra libertà non sarebbe stata possibile. È un museo prezioso per il nostro territorio, custode della memoria di sofferenze ma anche di solidarietà e umanità” ha detto il sindaco Roberto Paoloni. La nuova ala ha potuto vedere la luce grazie alla determinazione e alla passione instancabile del collezionista e ricercatore Luca Cimarosa, curatore del Museo Civico delle Due Guerre Mondiali, che ha anche messo a disposizione la sua vasta collezione personale di reperti originali. Molti gli oggetti donati al museo dalla famiglia del colonnello polacco Antoni Mosiewicz, ultimo superstite della Battaglia di Montecassino, che si è spento nel 2018 ed è sepolto proprio a Loro Piceno, nella tomba di famiglia. Era uno dei molti polacchi che rimasero dopo la guerra sul territorio dove avevano combattuto.

A Loro Piceno l’ambasciatore Anna Maria Anders ha inoltre consegnato a Pierpaolo Sediari, già sindaco di Ancona, l’onorificenza “Bene Merito” attribuita dal ministro degli esteri polacco Zbigniew Rau per i suoi meriti e l’impegno nello sviluppo dell’amicizia e della collaborazione tra Italia e Polonia.

I soldati polacchi hanno versato il loro sangue per la liberazione dell’Italia e hanno combattuto al fianco dei fratelli d’armi italiani senza neppure la speranza di restituire la libertà anche alla lontana Polonia, dove tutto era cominciato nel 1939. In un giorno così significativo come il 25 aprile, un pensiero va rivolto a quei ragazzi che, come cita una lapide commemorativa, si sono battuti «per la nostra e la vostra libertà» e i cui caduti hanno donato «l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia e alla Polonia i cuori». Il 2° Corpo d’armata del Generale Władysław Anders giunse nella Penisola dai gulag sovietici con un viaggio di 12.500 chilometri in 1.334 giorni: uomini, donne, bambini, circa 120.000 persone dall’Urss alla Persia, dalla Palestina all’Italia, portavano sulle bandiere i colori della Polonia e lo spirito della libertà. L’esercito polacco si costituì alla fine del 1943 nella vallata del Sangro, in Abruzzo, come parte integrante dell’8ª armata britannica schierata lungo il fronte orientale della Linea Gustav. A febbraio i polacchi, falliti tutti i tentativi alleati di cacciare i tedeschi dall’abbazia di Montecassino che chiudeva implacabilmente la via di Roma, vennero mandati a combattere sul fronte occidentale. Il 18 maggio la bandiera biancorossa svettava sulle rovine di un luogo che era un simbolo di civiltà e sul quale si era scatenata implacabile la furia della guerra. Come ricorda una famosa canzone, i papaveri di Montecassino sono rossi perché hanno bevuto il sangue polacco. Il 2° Corpo fu spostato nuovamente sull’Adriatico e integrò la gravi perdite riportate in battaglia con i volontari della Brigata Maiella, patrioti abruzzesi che, come i polacchi, avevano deciso di combattere «per la nostra e la vostra libertà»: gli unici rinforzi potevano essere quelli, assieme  alla 111ª Compagnia pontieri formata interamente da italiani e inserita nella 3ª divisione di fanteria Fucilieri dei Carpazi, perché era impossibile riceverne dalla Polonia dove operava un esercito clandestino di 400.000 uomini e donne. Si riannodava così il legame storico italo-polacco del Risorgimento idealizzato anche da Giuseppe Mazzini. Da quel momento gli oltre 50.000 militari polacchi diventano protagonisti della Campagna d’Italia, passando di vittoria in vittoria nelle Marche, dove salvano da un incendio il santuario di Loreto e dalla distruzione il porto e la città di Ancona, e in Emilia Romagna entrando a Bologna il 21 aprile 1945 con i maiellini dopo aver liberato città e paesi lungo la strada dello sfondamento della Linea Gotica. Dove possibile, i polacchi hanno aperto scuole per istruire i ragazzi, rifocillato e aiutato le popolazioni civili con le quali si erano subito instaurati rapporti cordiali e di amicizia destinati a durare nel tempo. Questa storia di libertà per l’Italia si chiude però con l’amarezza dell’esilio dalla Polonia per i valorosi combattenti. Nei quattro cimiteri di guerra polacchi (Montecassino, Casamassima, Loreto e Bologna) riposano le spoglie di oltre quattromila soldati appartenenti a quattro confessioni religiose (cattolici in massima parte, ma anche ortodossi, ebrei e persino musulmani), accomunati dalla fede nella libertà. Il generale Anders che li comandava e fu privato della cittadinanza polacca dal regime comunista, morì a Londra nel 1970 e nelle sue ultime volontà espresse il desiderio di essere sepolto a Montecassino, dove riposavano i suoi soldati che avevano contribuito a vincere la guerra contro il nazifascismo.

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