Inseparabili compagni di gioco, di vita, di condivisione. Uno svago antico, che non è speculazione, scommessa… ma per lo Stato che tutto controlla, il gioco sano deve essere sotto le grinfie del fisco! E così, mostruosamente, la macchina fiscale passa all’attacco. Flipper, tavoli innocui e innocenti da ping pong e calciobalilla sono il nuovo bersaglio del burocrate nazionale. Un decreto dell’Agenzia delle dogane già in vigore dallo scorso maggio li pone sullo stesso piano del videopoker. Scommesse a pagamento…
E la scommessa dov’è? Non si sa. A darne notizia è il Corriere della Sera. E se non c’è il nulla osta dell’Agenzia delle dogane, il gestore del locale, della spiaggia, il parroco…. ne rispondono con multe salatissime di migliaia di euro. Quindi, serve una denuncia di possesso dell’apparecchiatura e un codice identificativo. Tutti schedati, anche nel tempo libero. Lo Stato vuole sapere dove infili i 50 centesimi e se per un’ora di svago al tavolo da ping pong sei un evasore fiscale? Non è dato sapere. I ministeri non pagano i fornitori, l’evasione fiscale non combattuta raccoglie livelli spaventosi ma quel che conta è l’anagrafe del calciobalilla.
Sembra una fake news ma non lo è. E’ la mentalità dello Stato italiano, occupante e abusivo rispetto le nostre vite. Non si sfugge.
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