“Il dibattito è il sale della democrazia, e alla Lega va riconosciuto che nel partito non c’è una dittatura che impone il pensiero unico. Gli amministratori hanno fatto tutto il possibile per dare risposte ai cittadini. La vicenda dei vaccini e dell’obbligo apre scenari che vanno oltre l’emergenza attuale. Noi siamo cresciuti con la sanità pubblica, ci siamo fatti tutte le vaccinazioni con i piani di sanità pubblica, molti di noi hanno la cicatrice sul braccio. Oggi invece nascondendosi dietro i concetti di libertà e privacy uno può fare quello che vuole”.
Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, a proposito delle proteste contro l’obbligo del green pass. “Oggi – ha proseguito nel corso della conferenza stampa per fare il punto sull’emergena Covid – se ci portassero la penicillina qualcuno direbbe ‘non la voglio’, ma la penicillina ha salvato l’umanità. Non posso accettare quando sento qualcuno dire che il virus non esiste, che è un complotto. Io tendo una mano anche a questi signori, però, perché capisco che dopo 17 mesi di sofferenza non abbiamo bisogno di conflitti ora. L’appello del presidente Mattarella è giusto, come è giusta la libertà di manifestare, ma poi dipende dai contenuti. Nella prima fase cantavamo sui balconi perché avevamo tutti paura di morire, diciamoci la verità. E oggi qualcuno dice che il virus non esiste: così non ci siamo”.
“Non mi meraviglia che ci sia chi la pensa diversamente da me, ma ci sono due elementi da sottolineare. Primo, i toni, che devono rimanere accettabili. Secondo, non puo’ passare lo stigma e la messa in mora di chi la pensa diversamente e fa il suo lavoro”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, il presidente ZAIA, a proposito dei vaccini anti-Covid. “La Lega – dice il governatore in merito alle manifestazioni no-Vax – e’ sempre stata un partito di composizione sociale e culturale variegata, ci sta che qualcuno non la pensi come te. Detto questo, non mi risulta che il partito abbia deciso di rinnegare l’attivita’ dei propri amministratori, presidenti e sindaci. Un discorso e’ discutere legittimamente sull’obbligatorieta’, come fa il segretario Salvini. Altra cosa e’ farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito”.
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