Categorie: Storia e Territorio

Dal baratto al prestito, come ti invento gli interessi

di Marcus Dardi – L’economia e la moneta sono strettamente interconnesse, non è possibile considerare un bene di produzione e di consumo senza attribuirgli un valore.

Un tempo c’era il baratto; se tu dai una cosa a me, io poi do una cosa a te, ed il valore degli oggetti e della quantità di scambio era regolata dalla libera contrattazione tra le parti senza avere un valore ben quantificato.

Il sempre più elevato numero di scambi economici rendevano il baratto molto difficile da gestire, mentre l’uso di monete divenne uno strumento di facile utilizzo e, soprattutto, riconosciuto da tutti gli operatori economici.

La moneta metallica si impose e si sviluppò immediatamente per le sue caratteristiche fondamentali: non è deperibile, è facile da distribuire, da maneggiare e da gestire, verificabile e riconoscibile.

I metalli con cui si fecero le monete erano diversi, ci si avvaleva di metalli pregiati come oro, argento e rame.

La tradizione vuole che la moneta sia stata coniata per la prima volta, nell’antica Grecia, da Creso, re di Lidia, nel VI secolo a.C. Nel secolo successivo l’uso di coniare monete si è diffuso nell’Impero Persiano e in tutte le città greche. Quindi, attraverso i Greci, l’uso della moneta è stato introdotto nel Mediterraneo Occidentale. Infine al tempo di Alessandro Magno si è diffuso poi anche in India.

Anticamente in Cina, India e Persia si usavano solo monete d’argento, Nel bacino del mediterraneo unificato dall’impero romano si usavano invece monete d’oro. Il rame veniva usato per coniare le monete di minor valore che servivano per gestire il commercio al dettaglio.

L’assegnazione del valore delle monete veniva fatta dallo Stato.

Vi era però la tendenza a limare le monete, cioè ad alleggerirle “rubando metallo”. Ecco allora che divenne fondamentale la creazione della Zecca, ente creato per coniare monete controllato severamente dallo Stato.

Nei momenti di crisi però anche lo Stato si faceva “furbo” e coniava monete con l’aggiunta di metallo vile, principalmente rame. I mercanti quindi accorgendosi del trucco accettavano quelle monete solo per il loro valore intrinseco e ciò creava inflazione.

Due concetti economici ancor oggi fondamentali nacquero già da allora: l’aumento di domanda di beni causava l’aumento di prezzi ed il conseguente fenomeno dell’inflazione, mentre la scarsità di domanda creava la deflazione.

Con l’aumento degli scambi economici le monete non furono più sufficienti a coprire le necessità ed inoltre negli scambi che richiedevano grandi somme di danaro le monete erano di difficile gestione. Troppi furti, troppe perdite e troppo volume di monete da trasportare. Ecco che quindi si ricorse all’uso di banconote.

Le prime banconote vennero già emesse in Cina nel medioevo ma non ebbero gran successo.

Furono poi però le banche italiane e fiamminghe del 1300 che, come controvalore dei depositi in oro da loro custoditi, emisero le prime “lettere di cambio” che furono presto usate come metodi di pagamento.

Le banche iniziarono ad avere enormi profitti con gli interessi sui prestiti di banconote.

Stefania Piazzo

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