Categorie: Politica

Catalogna, Puigdemont rischia l’arresto al suo rientro. “Amnistia non basta, magistratura è politicizzata”

L’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, “rischia di essere arrestato” se farà ritorno in Catalogna, anche dopo l’approvazione della legge di amnistia. È quanto riferiscono a LaPresse fonti del partito indipendentista catalano Junts. Puigdemont la scorsa settimana ha annunciato che si candiderà alle elezioni in Catalogna che sono state anticipate al 12 maggio e ha assicurato che, se avrà i voti per essere investito nuovamente come presidente, ritornerà nella regione. Per quella data dovrebbe già essere entrata in vigore la legge di amnistia attualmente in discussione alle Cortes, ma questo non garantisce al leader indipendentista di non essere detenuto, ha spiegato Junts.

“Se fossimo in uno Stato democratico e di diritto normale, una volta approvata l’amnistia per i fatti di ottobre del 2017, non ci sarebbe nessun problema ma, visto che c’è una cupola giudiziaria politicizzata, chiaramente tendente verso il Partito popolare, sappiamo che ci saranno ostacoli”, hanno riferito le fonti del partito. Junts ha spiegato che l’ordine di detenzione vigente in Spagna per Puigdemont decadrà quando si approverà l’amnistia, ma questo non esclude che “qualche giudice del Tribunale nazionale tenti di emettere un nuovo ordine di detenzione in alcune delle cause aperte nei confronti dell’ex governatore come quella relativa a Tsunami Democratic”, il movimento protagonista delle massicce proteste che si tennero in Catalogna nel 2019 dopo la condanna al carcere dei leader indipendentisti. “L’immaginazione dei giudici non ha limiti”, hanno commentato le fonti, sottolineando che se Puigdemont dovesse essere investito presidente la sua detenzione sarebbe “grave”. 

 Rispetto all’idea di una candidatura unitaria del fronte indipendentista alle prossime elezioni del 12 maggio, Junts ha spiegato che già tenevano in conto che l’altro partito pro-indipendenza, ovvero Esquerra Republicana de Catalunya, non avrebbe accettato questa proposta lanciata da Puigdemont. “Da tempo Erc ha una sua propria strategia e rifiuta di correre insieme”, hanno commentato dal partito, “noi comunque presenteremo una candidatura che va oltre la sigla di Junts, tramite accordi con organizzazioni, enti e gruppi che condividono la necessità di serrare le fila” dell’indipendentismo. Rispetto alla campagna elettorale che verrà condotta dal partito, Junts spiega che sarà una “campagna mista” con eventi in Catalogna, ma anche con “atti importanti” in Francia, nella regione considerata la ‘Catalogna Nord’. Puigdemont infatti non potrà fare campagna sul suolo spagnolo e per lanciare la sua candidatura la scorsa settimana ha scelto proprio la città francese di Elna, a pochi chilometri dalla frontiera con la Spagna. 

Redazione

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