1200 sindaci con Chiara Appendino. “Primi cittadini non possono rispondere per gesti folli di altri”

30 Gennaio 2021
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Quasi 1.200 sindaci, ma il numero è destinato ad aumentare, si schierano con Chiara Appendino, la prima cittadina di Torino condannata qualche giorno fa nel processo con rito abbreviato per i fatti di Piazza San Carlo Disastro. Lesioni e omicidio colposo i reati contestati. Accogliendo l’appello del presidente dell’Anci Antonio Decaro per sollecitare il parlamento a una revisione del Tuel (Testo unico degli Enti Locali), i sindaci di Comuni grandi e piccoli, del Sud e del Nord, amministratori di ogni orientamento politico, da quella di Roma, Virginia Raggi, a quello di Milano, Beppe Sala, dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a quello di Cagliari, Paolo Truzzu, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, hanno firmato.

Non chiedono “immunità o impunità”, non dubitano del lavoro dei magistrati e rispettano “il dolore dei parenti delle vittime”. Ma si domandano: “Possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono essere condannati per aver fatto il loro lavoro?”.

La sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League, una serie di ondate di panico tra la folla portarono a 1.600 feriti e in seguito alla morte di due donne a causa delle lesioni subite. Dopo tre anni e mezzo i cinque imputati, tra cui appunto Chiara Appendino, sono stati condannati tutti a un anno e sei mesi. Dopo la sentenza la sindaca, in un lungo post su Facebook, aveva commentato: “Accetto e rispetto la decisione del giudice, anche per il ruolo istituzionale che ricopro, ma non posso non nasconde una certa amarezza – aveva scritto Appendino lasciando Palazzo di Giustizia – perché c’è un sindaco che sostanzialmente paga per un gesto folle di alcuni ragazzi che sono gia’ stati condannati anche in appello”.

E ancora: “La tesi è che avrei dovuto prevedere quanto sarebbe accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione in piazza – aveva proseguito – Ma come potevo? Lo avrei anche fatto, ma non avevo gli elementi necessari”. All’appello hanno aderito i sindaci di tutti i capoluoghi, da Monza (Dario Allevi) a Novara (Alessandro Canelli) da Prato (Matteo Biffoni) a Messina (Cateno De Luca), a Lecce (Carlo Salvemini). Tantissime le firme di sindaci di Comuni piccoli e piccolissimi, piemontesi e sardi, abruzzesi e veneti, siciliani e lombardi. Tra loro anche il sindaco di Chiuduno e responsabile degli enti locali della Lega, Stefano Locatelli, e il sindaco di Valdengo e vicepresidente vicario dell’Anci, Roberto Pella. 

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