di Stefania Piazzo – Indipendentemente dal nome del nuovo presidente della Regione Liguria, due sono i dati elettorali che spiccano. L’astensione e il crollo dei consensi nel centrodestra, con una modesta e mediocre crescita di alcuni e un crollo per qualcun altro.
Anche se i dati non saranno definitivi e certificati, quel che spicca è che quasi il 46% dei cittadini non ha più voglia di prendersi la briga di spendere il proprio tempo per questa classe politica. Perché uno vale l’altro. Perché votare o non votare non cambia nulla. Le Acli sottolineano che il nuovo governatore sarà lì a rappresentare un ligure su cinque. La democrazia è un’altra roba. Ma lo erano anche i partiti un tempo, così come i cittadini. Un corto circuito tra malagestio e disinformazione, porta al governo non sempre i migliori. Ma gli eletti dagli ultrà.
A centrodestra, alle passate regionali, la Lega aveva il 17,14%. Oggi (dati provvisori) naviga sull8,48%. Sparito quasi il 10% di consenso. Avanti Savoia con Fratelli d’Italia, che passa dal 10,87% al provvisorio 14,71. Un po’ pochino rispetto al trend nazionale, c’è da guardarsi dentro.
Forza Italia non può stappare champagne passando dal 5,27% al 7,93% provvisorio. Ma meglio che niente.
E’ il segno di una stanchezza e di una staticità che non può tradursi in “tenuta” bensì in sfiancamento, invecchiamento, debolezza, fine di una epopea. Soprattutto per Matteo Salvini, che è passato di moda. Ha stufato anche i santi. E al Nord spesso fa pure perdere, indipendentemente dalla Liguria. La coalizione sfonda solo a Imperia. Chi è di Imperia?


Per il centrosinistra, la crisi è evidente nei 5Stelle. Erano al 7,78, sono passati al 4,71% provvisorio. Il Pd veleggiava al 19,89%, ora stragongola al 28,66%, anche se non definitivo.


Senza girarci attorno, è una vittoria per Elly Schlein. Nonostante la sinistra non brilli di unità, chiarezza d’intenti, vuoi per la posizione di rendita che si conquista senza governare, vuoi perché la narrazione delle promesse del centrodestra si scorna con la realtà e il populismo alla fine chiede il conto, sta di fatto che il centrosinistra si porta a casa un risultato importante.
Quasi 10 punti in più sono uno scarto preoccupante per Giorgia Meloni.
Resta da chiedersi perché e per quanto a sinistra non si vorrà fare un esame sereno per il futuro. Mentre scrivo, sta chattando con me il nostro collaboratore Cuore verde. E dice tutto: “Meglio il PD contro il Nord o il PD del Nord?”.
Bisogna chiederlo a loro, che sono decenni che traccheggiano. Mentre il consenso oscilla, piuttosto inconsapevole, da una parte all’altra a seconda del momento. Non vince sempre il migliore.
Ps: A proposito, l’alleanza con Renzi, avrebbe potuto o no fare la differenza? Citofonare Giuseppi.
Immagine tratta dal profilo Fb di Elly Schlein