Categorie: Opinioni

Nostalgia di una Pontida di giugno bella, libera e padana

di Cuore Verde – Raduno di Pontida di settembre? Io preferivo e frequentavo con entusiasmo, molti anni fa, i raduni di giugno. Negli anni ’90. Un mare di camicie verdi. Padania libera. Va’ pensiero. Centinaia di bandiere del Sole delle Alpi e il Leone di San Marco. Orgoglio padano. Prima gli italiani? Non scherziamo. Tutto, almeno quel giorno, era padano. Sapevamo che la strada per raggiungere la libertà della Padania sarebbe stata lunga ma la nostra passione era leale e sincera. Era tutto un’illusione? Forse, ma in quei giorni di giugno eravamo finalmente orgogliosi delle nostre identità padane, della nostra storia e della nostra lingua, i disprezzati “dialetti”.

Era il posto giusto per chi sognava una Padania finalmente libera. Almeno quel giorno, era tutto chiaro. Avremmo potuto anche non vincere, ma a Pontida ci sentivamo forti e consapevoli. Da una parte la Padania e dall’altra, molto distante, il centralismo romano. La soluzione? Il federalismo. Quello vero. Tre macroregioni. Nostalgie sovversive? Ho già dimostrato ampiamente che una idea politica di Padania come “area forte” per trattare direttamente con Bruxelles era già chiara almeno fin dalla seconda metà degli anni ’60 ben prima della nascita delle “regioni italiane”. 

La Magna Charta della Padania, firmata da Giampaolo Pansa nel 1969 su La Stampa – La Nuova Padania). Ho altresì evidenziato come una ipotesi di struttura “federale” di tipo svizzero da adottare per la macroregione Padania, fosse già oggetto di studio a livello universitario nella seconda metà degli anni ’70 (Anno 1977: La Svizzera e la Padania. Il convegno tra Confederazione e Statale a Milano. La politica aveva già capito… – La Nuova Padania). La Costituzione prevede, peraltro, che si possa disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni. Ma non è mancata soltanto la volontà politica. Tutto il sistema dei partiti “romani” si è schierato contro una vera riforma federalista. Soltanto ora, con colpevole ritardo, anche nelle analisi delle grandi testate giornalistiche si comincia a distinguere una Lega delle origini, federalista, da una Lega, attuale, che si pone come obiettivo principale il “superamento a destra” della destra alleata di governo.

 Ora a Pontida, a settembre, per quelli come me, reduci e nostalgici della Padania, si celebra qualcosa che risulta totalmente incomprensibile. Da molti anni. Non si tratta solo di una questione “cromatica”. Dal verde padano all’azzurro italiano. La nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura ed identità padane hanno lasciato il posto ad una retorica “italiana” e “nazionale” che non mi suscita alcuna emozione. Una lingua politica incomprensibile. La strada è ancora lunga e ogni passo sembra soltanto il primo. Ma per me, senza dubbi né ripensamenti, la Padania resterà sempre bella e libera.

Redazione

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