Categorie: Opinioni

Nella Baviera Padana: A come Astensione. Gli altri votano Meloni. Quando Giorgia scelse Milano per la convention del partito… e per la prima uscita da quasi premier

di Stefania Piazzo – Davvero il successo del centrodestra è dovuto alla strabiliante performance dell’amministrazione a guida leghista della Regione Lombardia degli ultimi 5 anni? La Baviera padana, dati grezzi alla mano, ha optato per due scelte: votare la coalizione dove c’è il partito di Giorgia Meloni, o restare a casa. Oppure farsi una gita. A metà febbraio sembra già primavera. Altri hanno votato per nostalgica militanza la Lega.

Il Nord premia, ancora una volta, un partito che esattamente non è ciò che fa rima con autonomia, federalismo… Parole desuete, spompate, sfarinate, che non fanno più presa, già da tempo, soprattutto se i portabandiera, la bandiera l’hanno tirata giù.

Giorgia Meloni era a Milano, lo scorso anno. Il 1° ottobre scelse la capitale del Nord per la sua prima uscita ufficiale dopo il successo elettorale. Il 1° ottobre il caso vuole che Umberto Bossi lanci il Comitato Nord.

Ma la scelta più azzeccata di Meloni porta la data del 22 aprile 2022. La leader di Fratelli d’Italia sceglie Milano, ancora, per la prima grande convention del suo partito. Salvini, negli stessi giorni, la fa invece a Roma. Afferma Meloni: “Arriveremo in vetta”. Lo dice dal palco dell’assemblea programmatica del partito, sceglie il Nord come roccaforte.

Parla un’ora e dieci sul palco.

“Crediamo che questo sia il tempo delle donne”, afferma.

“Abbiamo rinunciato qualche anno fa alle posizioni di potere per ridare una casa alla destra italiana e costruire il grande partito dei conservatori italiani per dare cittadinanza a chi non credeva alla favoletta che per essere presentabile dovevi andare a braccetto con la sinistra”, scandisce.

“Con orgoglio possiamo dire che ci siamo riusciti, ed è per questo che continuiamo a salire. Più saliremo e più la nostra responsabilita sarà di tenere i piedi ben piantati per terra”.

Il messaggio alle imprese e alla finanza, e agli Stati Uniti è chiaro.

“Noi siamo molti più europeisti di molti soloni di Bruxelles. Da sempre rivendichiamo che la Nato sia composta di due colonne, una Usa e europea, con pari dignità. Per questo Fratelli d’Italia ha da sempre nel suo programma l’aumento delle spese militari, è il costo della libertà. Vogliamo essere alleati, non sudditi, ma essere alleati e non sudditi ha un costo”.

E Salvini dov’era? Quel 22 aprile va da Orban, in Ungheria, per prendersi la scena e sorpassare la destra di Meloni in Europa… Cercando di intestarsi una federazione senza la leader di Fdi.

Non è insomma vicino a Giorgia, dopo lo scherzo dell’ascensore e la virata per eleggere Mattarella. ”I rapporti con Salvini non sono il problema, né con quanta costanza ci si sente, il problema -avverte- sono le scelte di fondo e capire se la priorità e vincere insieme…”. A proposito della premiership, Meloni mette in chiaro che la regola nel centrodestra è sempre la stessa: ”Il partito che arriva primo all’interno della coalizione fa la sua proposta su chi vuole alla guida del governo. Certamente noi stiamo preparando il nostro contributo. Ci sono quelli che pur di fare il premier sono disposti a fare una figuraccia, io no…”.

La piccola Baviera padana apprezza. E vota.

Stefania Piazzo

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