Categorie: Opinioni

Le 6000 testate nucleari e la destabilizzazione russa. L’Europa cosa fa?

di Cuore Verde – L’Europa atlantista, nel conflitto ucraino, ha giocato soltanto una carta: ingente invio di armi e finanziamenti fino alla sconfitta militare della superpotenza nucleare russa. Zelensky, per dissolvere ogni dubbio, da tempo, ha messo fuori legge le trattative con Putin.  Quindi, si è alzata ancora la posta in gioco con la preannunciata “controffensiva” di maggio e giugno che, allo stato attuale, non sembra aver raggiunto gli obbiettivi. 

Prigozhin, il discusso capo dei mercenari della Wagner ora si ribella. Le diplomazie occidentali, ovviamente, assumono un atteggiamento distaccato derubricando la questione ad “affari interni” della Russia. Ma possiamo veramente limitarci ad assumere il ruolo di spettatori neutrali dopo il sostanziale coinvolgimento nel conflitto o ci troviamo già schierati contro la Russia di Putin? Un schieramento che potrebbe realisticamente portare ad un vero e proprio conflitto su scala europea. Qui non si tratta di esprimere simpatia per una delle due “squadre”, come si fa al bar dello sport, bensì di valutare la possibile estensione del conflitto. Una guerra globale ed eventualmente atomica.

Sembra che entrambi gli schieramenti stiano giocando con i soldatini di plastica scordando che la Russia dispone di 6000 testate nucleari. La logica porterebbe ad affermare che solo un pazzo potrebbe scatenare un conflitto nucleare. In questo momento, tuttavia, non siamo in grado di valutare gli effetti di una destabilizzazione interna ad opera di gruppi militari. Nessuno accenna a delineare un possibile dopoguerra. Quindi dopo il fallimento di una schiacciante vittoria militare, dovremmo sperare negli esiti imprevedibili  di una guerra civile all’interno della Federazione russa?

L’Europa veramente ripone le sorti della pace nelle mani del capo della Wagner? Spero che non ci si illuda di rimandare le trattative al termine della terza guerra mondiale ? Sia ben chiaro, dopo una guerra nucleare, non ci  potrà essere alcun “dopoguerra”. Certe scelte propagandate come “etiche” potrebbero essere molto pericolose. La saggezza consiglierebbe di evitare un conflitto bellico a qualsiasi costo perché non credo che i cittadini italiani vogliano morire e veder morire i propri figli per una guerra senza senso.

Redazione

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