Categorie: Opinioni

Il Natale secondo Benedetto XVI, diverso anni luce da una “favola per bambini”

di Gabriele Arcangelo – Nei giorni precedenti il Natale Michela Murgia ha pubblicato su La Stampa un articolo critico sulla celebrazione del Natale, un Dio bambino che costituirebbe una via di fuga dai problemi complessi e da una riflessione adulta.
Murgia, che non è teologa ma è esperta di comunicazione ha suscitato interventi e puntualizzazioni, nei giorni successivi al Natale da parte di diversi teologi, tra cui Vito Mancuso ed Enzo Bianchi.
Bene, senza volere entrare nel merito della discussione, crediamo che sia sufficiente citare uno dei tanti interventi su Natale di Benedetto XVI per mostrare come la questione del Dio bambino sia tutt’altro che una favola per bambini utile, al massimo, a fuggire dalla realtà complessa della vita.


Ecco cosa diceva Benedetto XVI nel Natale del 2011.
“La lettura tratta dalla Lettera di san Paolo Apostolo a Tito, che abbiamo appena ascoltato, inizia solennemente con la parola “apparuit”, che ritorna poi di nuovo anche nella lettura della Messa dell’aurora: apparuit – “è apparso”. È questa una parola programmatica con cui la Chiesa, in modo riassuntivo, vuole esprimere l’essenza del Natale. Prima, gli uomini avevano parlato e creato immagini umane di Dio in molteplici modi. Dio stesso aveva parlato in diversi modi agli uomini (cfr Eb 1,1: lettura nella Messa del giorno). Ma ora è avvenuto qualcosa di più: Egli è apparso. Si è mostrato. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzo a noi. Questa era per la Chiesa antica la grande gioia del Natale: Dio è apparso. Non è più soltanto un’idea, non soltanto qualcosa da intuire a partire dalle parole. Egli è “apparso”. Ma ora ci domandiamo: Come è apparso? Chi è Lui veramente? La lettura della Messa dell’aurora dice al riguardo: “apparvero la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini” (Tt 3,4). Per gli uomini del tempo precristiano, che di fronte agli orrori e alle contraddizioni del mondo temevano che anche Dio non fosse del tutto buono, ma potesse senz’altro essere anche crudele ed arbitrario, questa era una vera “epifania”, la grande luce che ci è apparsa: Dio è pura bontà. Anche oggi, persone che non riescono più a riconoscere Dio nella fede si domandano se l’ultima potenza che fonda e sorregge il mondo sia veramente buona, o se il male non sia altrettanto potente ed originario quanto il bene e il bello, che in attimi luminosi incontriamo nel nostro cosmo. “Apparvero la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini”: questa è una nuova e consolante certezza che ci viene donata a Natale”

Massima libertà di opinione, ma siamo ben distanti dall’infantilismo natalizio di cui parlava Murgia.

Redazione

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