di Luigi Basso – Il 2021 sarà ricordato come l’anno in cui l’Europa varo’ un nuovo sistema di regolazione della società, basato sul trattamento simultaneo di miliardi di dati personali dei cittadini grazie al progresso tecnologico ed informatico.
Il trattamento dei dati riguarda ogni rapporto civile e persino politico (si pensi al voto elettronico).
Questo sistema di regolazione dei rapporti umani postula una serie di conseguenze inevitabili, tutte riducibili alla definitiva compressione dei diritti civili e politici dei cittadini.
Tecnofascismo è il neologismo che rende ben comprensibile l’essenza del nuovo regime, che richiede il tracciamento continuo ed infinito di tutti i rapporti sociali, che diventano un flusso costante di dati dalla periferia al centro del Potere.
L’elaborazione istantanea dei dati personali consente al Potere di controllare ogni singolo secondo della vita di ogni singola persona e soprattutto di intervenire con meccanismi premio / punizione che tendono a essere de-giurisdizuonaluzzati, cioè non sono più sanzioni penali o civili dato che i tempi processuali poco si adattano alle necessità del regime Tecnofascista informatico: premio e sanzione devono essere immediati e le possibilità di difesa ridotte al minimo.
Ecco così che prende forma la pagella sociale, di cui il Green Pass rappresenta la prima applicazione pratica nella storia europea.
A differenza delle altre ideologie che si inserivano e si descrivevano in una prospettiva storica in movimento (la costruzioni di futuri Imperi, Reich millenari o Soli dell’avvenire) il Tecnofascismo è pura repressione senza alcuna pretesa di costruire destini paradisiaci.
È esercizio del Potere fine a se stesso, è volontà di assoggettare senza altra finalità se non quella di conculcare.
Proprio in questa aridità fredda, silenziosa e buia risiede la radice del Tecnofascismo.
Si può anche tradurre col Male Assoluto.
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