Categorie: Opinioni

900mila posti statali al Sud, la nuova promessa inutile nelle tre Italie incompiute

di Sergio Bianchini – La promessa di Conte, benedetta da Emiliano, di realizzare 900 mila assunzioni statali al sud non ha generato risposte adeguate.

Eppure è mille volte più indicativa del reddito di cittadinanza rispetto all’ uso distorto del posto statale vigente da decenni che ha ormai portato alla totale decadenza e inefficienza dell’apparato statale.

Tutto sommato il reddito di cittadinanza non è dannoso sul piano organizzativo al sistema paese, forse va corretto ma non è il punto dolente del sistema.

Il punto dolente dell’Italia una e trina è nell’assoluta inefficienza dell’apparato statale, salvo carabinieri e polizia, a cominciare dalla scuola che assorbe un terzo dei dipendenti pubblici e dalla magistratura che agisce come prolungamento del potere politico e non come dispensatrice di una giustizia rassicurante per le persone oneste e minacciosa per i disonesti.

Si da colpa dell’inefficienza ad un ente astratto e misterioso, la burocrazia, che mette tutti d’accordo, come il fato, senza dare indicazioni circa la sua demolizione, che appare impossibile.

Eppure la burocrazia è solo la figlia dell’inefficienza e dell’inettitudine dello stato e del governo.

Se i tempi della magistratura sono troppo lunghi si possono aumentare le risorse, diminuire la grandezza dei distretti. Se le carceri sono piccole si possono ingrandire.

Se i tempi di concessione delle autorizzazioni sono lunghi si può aumentare il numero degli addetti ai controlli.

Tutte cose chiare e semplici salvo il tema dei costi. Ma le spese dello stato sono state gonfiate da un sistema pensionistico che non ha avuto alcuna prudenza ed ha concesso quello che non poteva permettersi.

Inoltre, e questo è il maggior punto dolente, l’intero corpo dello stato è stato usato per dare opportunità di lavoro al sud assorbendo al suo interno come dipendenti milioni di disoccupati senza badare alle necessità della buona amministrazione.

Questa logica apparentemente benevola ed egualitaria è in realtà vile per i dirigenti e illusoria per il sud la cui arretratezza non cessa di aumentare.

Negli anni dello sviluppo accelerato del dopoguerra, dal ‘45 al ‘65 due Italie si allearono e collaborarono nella ricostruzione: il nord e il sud. la terza Italia, quella centrale governata dal PCI, seguiva. La gente del sud si mosse a milioni e salì al nord per lavorare.

A partire dagli anni ‘80 le cose sono radicalmente cambiate. Il PCI ed il centro Italia si allearono al sud contro la prevalenza del nord industriale e finanziario.

E vinsero, conquistando tutto il potere dentro l’apparato statale, dalla TV alla scuola, alla magistratura, agli enti pubblici. Dovunque ci fosse un posto statale il centrosudismo affamato di stipendi statali dilagò incurante dell’efficienza e del debito pubblico. Incurante anche dello stato dei lavoratori non pubblici e delle imprese. Perché mai ad esempio l’orario di lavoro degli statali è di 36 ore settimanali (a parte gli insegnanti che sono uno scandalo specifico) mentre per i non statali è di 40 ore?

La chiesa cattolica italiana accettò il processo, non senza dubbi visto che anche al suo interno la perdita della prevalenza nordica fino ad allora esistita non potè essere indolore.

Prevalenza nordica prima evidente se si considerano i papi espressi fino a W.ojtyla. Anche un’altra vicenda, quella della santificazione del frate di Montalcino per decenni deprezzato dalla chiesa nordica e dal fondatore dell’università cattolica Gemelli, chiarisce perfettamente la giravolta complessiva dell’egemonia interna dell’Italia una e trina.

Cito Wikipedia:” Nella prima lettera al Sant’Uffizio Gemelli disse che padre Pio era un uomo di vita encomiabile, ma non gli pareva un mistico. Gemelli suggerì dunque alcuni accertamenti con un metodo di lavoro innovativo per il tempo, ossia con la composizione di una équipe di esperti in teologiamedicina e psicologia. Nel 1926, dopo essere stato raggiunto da alcuni devoti di padre Pio, Gemelli scrisse una nuova lettera al Sant’Uffizio. Questa volta affermò che per lui Padre Pio era “uno psicopatico ignorante e che indulgeva in automutilazione e si procurava artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente. Dalle indagini archivistiche, comunque, si evince che Gemelli non fu il fautore dei provvedimenti vaticani sul cappuccino. Il Sant’Uffizio preferì non assecondare mai lo scienziato in materia di indagini su fenomeni straordinari di cui egli si interessò”.

Quella fase dell’alleanza politica del centro sud contro il nord è giunta al termine.

Io credo indispensabile una alleanza tra nord e centro per ricostruire lo stato e la giustizia e una sana moralità sociale, politica, ed anche individuale, basate sulla realtà e non sui sogni o le controversie senza sbocchi. Certo l’alleanza centro nord è il mezzo transitorio, ma il fine è un rapporto equilibrato, onesto e collaborativo tra le tre Italie, con una regia centrale saggia e non faziosa, cosa che da decenni non avviene in mezzo a turbolenze, recriminazioni, diffidenze.

Se il nord non capisce e non accetta questa strada credo che vedremo una stagnazione infinita e magari disordini e turbolenze gigantesche di cui è difficile immaginare il percorso.

Redazione

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