Categorie: Lombardia

Alluvione, nove sindaci del varesotto e comasco alla Regione: “Date aiuti adeguati per emergenza. Non permettetevi di ignorarci. Altrimenti diamo le chiavi al prefetto”. Lomazzo (Lega) non firma

 di Stefania Piazzo – La lettera, in bozza, girava da un paio di giorni. Poi è arrivata, ufficiale. I Comuni che invocavano interventi, più fatti che parole, meno rassicurazioni verbali e più certezze, alla fine hanno scritto al presidente della Regione, Attilio Fontana. Indicativo un dettaglio degli scriventi….: data, firma e un “dal luogo del disastro”. Perché di disastro si tratta per i sindaci di Saronno, Caronno Pertusella, Gerenzano, Cislago, Turate, Uboldo, Origgio, Rovello Porro e Rovellasca.

Nella prima lettera che circolava, a quanto pare, ci sarebbe stato anche lo spazio per il sindaco leghista di Lomazzo, che è nel basso comasco. I sindaci dovevano essere dieci, poi sono diventati nove, e Lomazzo si sarebbe chiamato fuori. Chissà, forse perché non varesotto, come gli altri suoi colleghi. Fatto sta che Turate però, a due passi, sempre nel comasco, ha aderito. Idem Rovello Porro e Rovellasca. Che stranezza.

Il primo cittadino di Lomazzo era stato in corsa anche per le Regionali del 2018, con lo stesso Fontana. Che oggi i borgomastri disastrati sollecitano a essere più incisivo.

Ed ecco la lettera al governatore.

“Noi Sindaci dei Comuni colpiti dalle eccezionali grandinate dei giorni 21 e 24 luglio 2023 e dai successivi eventi metereologici del 29 e 30 luglio 2023, intendiamo chiedere con forza a Regione Lombardia un intervento che sappia leggere realmente i bisogni, senza che la stessa si nasconda dietro cavilli normativi. Il fatto che non ci siano state vittime e che poche siano le famiglie attualmente alloggiate nei campi che abbiamo prontamente allestito, non può essere l’unico parametro di giudizio per valutare la gravità del dramma che stiamo vivendo. Siamo vivi, ma distrutti dal punto di vista morale e finanziario.

Le spese sostenute da ogni cittadino non sono nell’ordine di qualche centinaia di euro, ma sono di parecchie migliaia di Euro. Questo sconvolge il programma di vita, anche futura, di molte famiglie. Con questo facciamo presente che anche in assenza di ordinanze di inagibilità gli edifici, anche dei privati cittadini, inabitabili lo erano di fatto: potete vivere in una casa senza il tetto? O in una casa dove l’acqua filtri ai piani sottostanti dal solaio o dalle canalizzazioni elettriche?

Non fate diventare “soluzione” il fatto che siamo in una terra in cui ci si aiuta e ci si rimbocca le maniche per ovviare anche alle più gravi situazioni; si attiva la rete di amici e parenti e ci si sistema in casa di chi è stato meno colpito oppure abita ai piani più bassi dell’edificio.

Non potete permetterVi, scusate il tono, di non riconoscere un ristoro a chi, avendone diritto, si è dato da fare; non siamo stati immobili e seduti in attesa di un possibile intervento dello Stato.

Trovate per cortesia il modo di venire incontro ai cittadini che hanno avuto danni alle loro abitazioni, date pure dei criteri oggettivi, ma che il criterio iniziale NON sia il fatto di avere avuto l’ordinanza di inagibilità,

…o che il comune nel quale risiede non superi un certo numero di abitanti sarebbe una vera presa in giro istituzionale.

Chiediamo per gli Enti Locali sensibilità e sostegno e per coloro che non hanno risorse disponibili una anticipazione di cassa che possa consentire l’appalto delle opere più urgenti, per garantire i servizi ma soprattutto la ripresa della regolare attività scolastica.

Non è pensabile dover ricorrere a debiti fuori bilancio o al ritorno dell’insegnamento mediante DAD, che allontanerebbe ancora una volta la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.

In caso contrario, siamo pronti a consegnare le chiavi dei nostri paesi all’illustrissimo Sig. Prefetto, a cui ciascuno di noi si riferisce territorialmente. Restiamo in attesa di un positivo riscontro alla presente”.

Ora si attende una altrettanto coraggiosa risposta. O forse sarebbe il caso di consegnare davvero le chiavi del municipio a sua Eccellenza il prefetto, per risolvere in modo risoluto uno stato di calamità che vede la politica lontana anni luce dai problemi reali dei poveri cristi.

Stefania Piazzo

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