Categorie: Lettere

La lettera – “Ma non si può fare niente per dare una mossa al Nord?”

Buonasera, Dott.ssa Piazzo.

Mi chiamo Davide Fabio Rovarino e sono un Torinese che ha “abitato” politicamente nella Lega Nord per più di vent’anni.

In allegato a questa email troverà una lettera nella quale ho cercato di raccogliere alcune mie riflessioni, come “esule” vetero-leghista da qualche anno ex-tesserato, insieme ad alcune analisi e proposte relative alla Questione Settentrionale e alle possibili strategie per riportare seriamente il tema del Federalismo e dell’Autonomia al centro del dibattito politico.

Premetto che non sono un “addetto ai lavori” della politica: sono un ingegnere, figlio di una tuta blu – una di quelle che dal dopoguerra alla fine degli anni di piombo hanno contribuito con impegno e capacità a fare di Torino una capitale industriale – e di un’impiegata statale che ha lavorato nelle segreterie delle scuole medie e superiori.

Leggendo assiduamente “La Nuova Padania”, so che la mia esperienza è comune a tanti e che molto probabilmente il grosso di quello che ho scritto non rappresenterà una grande novità ai suoi occhi, ma ho deciso comunque di scriverLe perché l’ho sempre stimata molto come persona e come giornalista e mi farebbe davvero piacere ricevere un Suo commento a riguardo.

Nel caso in cui volesse quindi inviarmi le Sue impressioni, può rispondere direttamente a questa email o contattarmi via telefono al numero che è indicato nell’allegato alla presente.

La ringrazio fin da subito per l’attenzione e la disponibilità e La saluto cordialmente.

Davide Fabio Rovarino

Gentile Davide, ho allegato la sua lettera, essendo molto lunga e non volendo alterare il suo scritto, i nostri lettori potranno liberamente così visionarla.

I temi che lei solleva sono, in sintesi: la Lega di un tempo, che non c’è più, il disinteresse dell’elettorato del Nord ai temi del Nord, le ragioni del Nord, le forze in campo autonomiste post leghiste, l’inefficacia dell’assistenzialismo, la preparazione della pubblica amministrazione e della politica.

Faccio una riflessione. Chi oggi vota ed ha meno di 40 anni, della Lega di un tempo non sa nulla. Né può immaginare cosa sia stata. Anche volendo, la dirigenza attuale non ha salvato in digitale i documenti che hanno testimoniano quella storia. Anche ci fosse qualcosa, chissà dov’è. La storia si cancella anche così, e con lei la memoria. Obiettivo centrato. La Nuova Padania è un’eccezione, fastidiosa, per chi ha rimosso tutto. ma è una luce accesa per chi è ancora “là dentro”.

Della Lega di un tempo poco interessa a buona parte dell’elettorato del Nord. E quello che vede, o vota, è come sappiamo un altro partito.

Un tema come quello dell’autonomia ha perso il treno. E’ museo sul binario della memoria. Quando una questione viene sfilacciata in anni di roboanti proclami, tira e molla, e quando non c’è un leader che ne fa una questione imprescindibile, chiude la campagna elettorale in Calabria, perde tre quarti dei voti al Nord, dopo l’arresto del latitante Messina Denaro afferma che l’altra priorità dopo questo evento è il ponte sullo Stretto, oggettivamente, cosa stiamo qui a raccontarci, caro Davide?

Se non sono i colonnelli, i governatori a contestare, apertamente, la linea, poco c’è da dire. Fuori dall’arena ci sono altri soggetti in movimento. Di cui nutro stima e non penso a “sottofondi”. Tutti cercano di risalire la corrente a modo loro, partendo da una comune identità.

Le questioni si affrontano oltre il dualismo Nord-Sud. Perché non si torna al passato. Io le propongo un’altra questione che deve essere inserita nella fame del Nord di autonomia e nella fame del Sud di lavoro e sicurezza. E’ l’epistocrazia. La democrazia è in crisi, perché l’accesso ai ruoli chiave non filtra chi non ha requisiti. Un tempo ci pensava la scuola, la famiglia. E pure i partiti. Ora uno vale uno. Io voglio politici competenti al Nord. Voglio politici competenti al Sud. Desidero elettori competenti, che capiscano cosa votano, al Nord e al Sud. Una democrazia di competenti, trova la quadra sui temi che lei solleva.

Una domanda, visto che lei parla di Lega. Chi sceglie, e come, gli eletti, i segretari, anzi, i commissari? Con quali requisiti per rispondere a quali criteri? E la sinistra, si chiede mai perché perde così tanti voti? E il consenso degli assistenziali 5Stelle? Da dove arriva?

Il Nord non è la Lega. Non lo sarà mai più. Come il Sud non lo è mai stato. I tempi sono cambiati, che deve cambiare è la capacità di proporre le ragioni del Nord con persone più capaci. Anzi, senza il più. Semplicemente capaci.

Stefania Piazzo

Stefania Piazzo

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