”I cittadini cercano più rassicurazioni ma non come una sorta di garanzia di provvedimenti di beneficenza”. Lo sottolinea l’arcivescovo di Milano Mario Delpini in un’intervista a ‘il Giornale’. ”I cittadini non sono clienti, quindi dialogo vuol dire che sono considerati cittadini anche gli uomini delle istituzioni – spiega – Il dialogo tra persone che hanno a cuore il bene comune è sempre possibile e può aiutare a uscire dalle crisi che attraversiamo. Quindi l’incontro, il dialogo e il senso di partecipazione mi pare che siano irrinunciabili in un momento come questo”.
E sulle elezioni aggiunge: ”Il mio punto di vista è che se uno è assente non può dire niente, se uno è presente può discutere, contestare, proporre. Il mio appello è di partecipare al voto, di riconoscere un progetto di società che ci sta a cuore, avere un desiderio non soltanto egoistico che la politica e l’amministrazione vengano in aiuto alle mie personali e private necessità e problemi. Ma che insieme si costruisca. Il voto è una parte essenziale di questo processo di partecipazione senza il quale la società è destinata a disgregarsi”.
”Credo che la criminalità abbia la sua radice non nella povertà ma nello smarrimento della distinzione tra bene e male – precisa – Quando uno, ad esempio, ritiene che possa fare qualunque cosa per difendere i suoi interessi o per imporre il suo potere”.
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