di Carlo Andreoli – “È importante che l’Ue aperta non si richiuda in una visione miope che consideri solo gli effetti più contingenti della crisi ma che al contrario guardi al futuro, fuori da veti o da difese di corto respiro”. Con queste parole il Presidente Mattarella lancia l’avvertimento a Bruxelles, durante la cerimonia del Ventaglio.
Fa piacere che il Capo dello Stato sottolinei il ruolo cruciale che l’Europa deve svolgere in questo delicato momento, ma una domanda sorge spontanea: non dovremmo essere più tranquilli dopo il grande risultato ottenuto in Europa? Il Recovery fund non doveva essere la risposta a tutto? Cosa dobbiamo temere?
Forse il Presidente della Repubblica ha ben chiaro lo scenario europeo rispetto a Conte e compagnia bella, ed è consapevole che ciò che è stato “ottenuto” al Consiglio Europeo non è nulla di concreto e certo. Segnali di questa incertezza sono stati dati qualche giorno fa dallo stesso Ministro Gualtieri.
Infatti in commissione Banca e Finanze, incalzato da Bagnai, non ha saputo dare risposte sui vincoli d’interesse e sul diritto di prelazione di questi prestiti sovranazionali.
Il Capo dello Stato è consapevole che se l’UE sbaglierà con l’Italia in questo frangente, si potrà dire addio ai cari “sogni europei “
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