Categorie: Economia

CONFCOMMERCIO: AVANTI CON RINNOVO CONTRATTI E “VERA” RAPPRESENTATIVITÀ

di Gigi Cabrino – Le organizzazioni del commercio sono state indicate in questi mesi di dibattito sul salario minimo come realtà in cui gli stipendi sono al di sotto della soglia dei 9 euro.
Confcommercio risponde che per tutti i contratti sottoscritti le paghe sono già al di sopra dei 9 euro, propone una accelerazione sui rinnovi dei contratti di categoria; inoltre l’organizzazione sostiene che è necessario valutare seriamente la reale rappresentatività delle varie sigle sindacali e di categoria.


Rispetto alla proposta di un salario minimo per legge, Confcommercio ritiene che la risposta giusta sia nel rafforzamento della contrattazione collettiva esercitata dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative che già svolge il ruolo di “autorità salariale”, anziché sottrarre autonomia negoziale alle parti sociali. Una contrattazione che da sempre ha garantito la più equa retribuzione per i lavoratori attraverso un trattamento economico complessivo che ricomprende la sanità integrativa, la previdenza complementare e i servizi della bilateralità territoriale.

Si tratta, dunque, di agire per la valorizzazione erga omnes di tali sistemi di contrattazione. Anche perchè l’individuazione di un salario minimo orario per legge, slegato da un consolidato sistema di relazioni sindacali, andrebbe a discapito della più diffusa applicazione dei contratti collettivi leader, danneggiando la sana concorrenza tra imprese. Peraltro, nel settore del terziario di mercato, che occupa più di 3,5 milioni di lavoratori, le retribuzioni orarie al lordo degli istituti aggiuntivi, si attestano sempre sopra i 9 euro, anche per i livelli più bassi.

Inoltre, il rischio di un appiattimento delle retribuzioni, che una soluzione legislativa porterebbe con sé, determinerebbe altresì una perdita del potere di acquisto dei lavoratori e, dunque, un
abbassamento dei consumi, incidendo negativamente sulle tenuta
economica delle imprese.


Servono, inoltre, misure di riduzione strutturale del costo del lavoro. La crescita dei salari – che dipende anzitutto dal rafforzamento della dinamica della produttività – potrebbe essere sostenuta da incisive misure di riduzione del cuneo fiscale e contributivo gravante sui redditi da lavoro e da interventi di detassazione degli aumenti contrattuali. In questa direzione Confcommercio condivide le proposte di piena detassazione fino a 6.000 euro dei premi di risultato nonché delle erogazioni previste dalla contrattazione di secondo livello, così come la previsione di un’imposta sostitutiva sugli incrementi retributivi corrisposti al prestatore di lavoro per effetto del rinnovo del CCNL applicato, qualora sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Occorre, poi, avanzare sul terreno della misurazione della rappresentatività a partire da quella delle organizzazioni dei lavoratori. In tal modo, anche nel settore privato, per ciascun CCNL, sarà possibile avere il valore effettivo del peso delle organizzazioni sindacali stipulanti i contratti collettivi.

Dopodiché, sarà necessario individuare altresì dei criteri di calcolo della rappresentatività delle organizzazioni dei datori di lavoro: un’attività per la quale è ancora necessario proseguire con l’interlocuzione già avviata dalle Parti Sociali in sede CNEL.


Infine, va risolta la questione della perimetrazione settoriale, determinante ai fini dell’individuazione della contrattazione collettiva di riferimento per ciascun settore. Una questione particolarmente complessa in quei settori dove si sovrappongono contratti collettivi che insistono nel medesimo campo di applicazione, sebbene stipulati da federazioni sindacali afferenti alle medesime confederazioni.


In questo ambito, secondo Confcommercio la misurazione della rappresentatività delle confederazioni e associazioni datoriali impone dei criteri di computo più articolati e soprattutto stabiliti dalle Parti Sociali stesse, anziché attraverso l’intervento del legislatore, riprendendo la discussione già avviata tra organizzazioni datoriali e sindacali presso il CNEL.

Gigi Cabrino

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

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