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Trump ha ragione due volte. Chi decide cosa è vero o è falso sui social?

di Luigi Basso – I fatti sono noti: nei giorni scorsi alcuni Governatori americani hanno proposto di utilizzare il voto via mail per le elezioni Presidenziali 2020 e Trump ha sollevato su Twitter il timore che si verifichino brogli e truffe.
Twitter sostiene di aver fatto verificare la fondatezza di questi timori dalla CNN e dal Washington Post e il risultato sarebbe stato negativo per Trump.
Il Presidente si è incazzato e ha promesso che simili interferenze nella campagna elettorale non si verificheranno mai più e oggi dovrebbe emanare misure ad hoc.
Le vedremo.
Quello che qui preme evidenziare è che Trump ha ragione due volte, dal punto di vista del singolo episodio e dal lato generale.


In effetti, nel caso che ci interessa del voto via mail, Trump non ha comunicato una quantità fisica di una certa cosa (ad esempio, il numero di abitanti del Montana), affermazione che può essere vera o falsa essendo una grandezza fisica, ma ha comunicato, anche in modo duro e provocatorio, una sua sensazione, chiaramente una sua opinione, su un evento futuro (ad esempio, ho paura che domenica pioverà): come si può censurare la previsione di un accadimento futuro, una opinione?


Inoltre, dal lato più generale, Trump ha ragione perché chi si può arrogare il potere di stabilire cosa è vero o è falso? Sulla base di quali norme? Gli antichi ponevano la seguente domanda QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES? Chi sorveglia il sorvegliante?
Per questo esiste la libertà di manifestazione del pensiero.
Twitter sbaglia in modo clamoroso e farebbe meglio a togliere forme di censura e a chiedere scusa a Trump.
Siamo in grado di distinguere da soli vero e falso e …. nel dubbio preferiamo sbagliare da soli, senza aiuti interessati.

Photo by Charles Deluvio 

Luigi Basso

Luigi Basso - Avvocato civilista

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