Categorie: Cultura

“Nero di Londra”, cos’è veramente accaduto alla vigilia del primo conflitto mondiale? Il ruolo della massoneria

di Roberto Gremmo – E’ quasi una regola non scritta di certa critica da zerbino far finta di niente quando ricerche coraggiose rivelano delle verità storiche mai davvero conosciute, che mettono in crisi molte ricostruzioni strumentali e superficiali. 

Non vi e’ dunque da stupirsi se poco o niente si e’ scritto sul libro “Nero di Londra” di Mario Jose’ Cereghino, esperto di archivi anglosassoni e di Giovanni Fasanella, giornalista e saggista di fama ed esperienza dove, sulla base di lunghe ricerche, si rivelano per la prima volta i movimenti dei servizi segreti inglesi per trascinare l’Italia nel conflitto sanguinoso dal 1914 al 1918.

Edito da Chiarelettere, lo studio tira in ballo sia i capi della Massoneria italica che il camaleonte Mussolini proponendoli come prezzolati burattini britannici pronti a far imbracciare le armi a migliaia di poveri contadini mandati a morire sulle pietraie del Carso, ma non dimentica di puntare il dito anche su un giornalismo a libro paga per fomentare il peggior nazionalismo aggressivo.

Tutto basato sulle straordinarie memorie del capo dello spionaggio inglese, il lavoro di Cereghino e Fasanella è una sorpresa di rivelazioni, alcune che sembrano in qualche modo rispecchiare una realtà italiana torbida e pericolosa che, per pura combinazione, sembra ciclicamente riproporsi in questo sfortunato Paese.

Uno dei capitoli che mi ha maggiormente colpito s’intitola “Nitti e la pista anarchica” e punta i fari su un personaggio come Malatesta, tirato in ballo come mandante di attentati ma al contempo “vecchio amico di Benito Mussolini” che nel corso della prima guerra mondiale, avrebbe montato una campagna di stampa su presunti “complotti anarchici” del tutto inesistenti, ma enfatizzati per creare in modo artificiale un clima favorevole ad un governo forte. 

Eppure, già allora il movimento anarchico era da tempo in declino, ma le sparate Malatestiane erano utilizzate dall’avventuriero di Predappio come alibi per invocare il pugno duro contro Giolitti, i socialisti ed i cattolici, tutti accusati di attentare all’unita’ patriottica e di essere complici involontari del montante pericolo terroristico. Inesistente, ma che riempiva le colonne del “Popolo d’Italia”, foraggiato secondo gli autori dalle sterline della provocazione inglese e dai franchi della Massoneria francese.

Accadeva allora. Ma può essere storia di oggi ?

Roberto Gremmo

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