di Stefania Piazzo – Sul Corriere della Sera Massimo Gramellini titola il suo “Caffè” “Meritarsi il Colosseo”. E commentando l’ultimo episodio di graffito sui mattoncini dell’Anfiteatro Flavio, si interroga: è democratico che la cultura sia per tutti? Sì. E che il biglietto abbia lo stesso costo per tutti? Sì. Ma sarebbe ancora più a tutela di tutti che la visita ad un monumento fosse consapevole. E allora, perché non fermare lo scempio con un quiz preliminare su “Che cos’è il Colosseo?”. Se lo passi, biglietto obliterato. Altrimenti torni quando hai studiato.
Perché, per semplice translazione, non si sposta la questione sul voto? E’ democratico che tutti possano e debbano votare? Sì. Ma siccome il voto delega in modo deciso la nostra vita e la comunità ad un eletto, dentro un perimetro di regole costituzionali, perché non formare l’elettore alla stregua del turista che vuole ammirare il Colosseo?
Se vogliamo salvaguardare la cultura, perché non dobbiamo porci in modo serio e definito anche la questione di salvaguardare il bene comune più grande che è la cosa pubblica, la sanità, la scuola, l’università, i trasporti, i beni culturali, l’agricoltura… tutto quanto è sottoposto al comando di uomini e donne eletti da inconsapevoli turisti elettorali grafomani?
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